Maltempo, Zaia chiede lo stato di emergenza nazionale. Danni per più di 100 milioni di euro in Veneto
“Ho trasmesso oggi alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni la richiesta dell’attivazione dello Stato di Emergenza Nazionale: il maltempo che ha flagellato in questi giorni il Veneto e l’intero Nord Italia ha provocato danni gravi e diffusi, oltre il ferimento di numerose persone. Nei giorni scorsi avevo già firmato lo Stato di Emergenza Regionale, più volte aggiornato per far fronte agli eventi che sono successi dal 13 al 15 luglio; con questo ulteriore documento chiediamo al Governo il riconoscimento di un’emergenza che per gravità, estensione e durata, ha assunto un rilievo di carattere nazionale e la possibilità di accesso al Fondo di Solidarietà previsto per i danni catastrofali. Con l’occasione ringrazio nuovamente l’intero Esecutivo per la vicinanza dimostrata al Veneto in queste difficili giornate”.
Sono le parole del Presidente della Regione Veneto, che accompagnano l’invio della Richiesta del riconoscimento dello Stato di Emergenza di rilievo Nazionale e la contestuale richiesta di attivazione del Fondo di Solidarietà Nazionale, per lo stato di calamità che ha colpito anche il comparto agricolo. Il documento è stato trasmesso nelle scorse ore agli uffici di Governo.
“Le tempeste si allontanano -ha detto oggi Zaia -, ma non bisogna allentare la tensione: il Veneto deve ripartire velocemente. Devono arrivare dallo Stato gli indennizzi promessi, deve essere data risposta a chi ha subito danni e devastazioni. È una fase delicatissima, che voglio definire ‘seconda emergenza’, non meno importante della prima risposta emergenziale. La pragmaticità e l’operatività dei soccorritori e dei tecnici intervenuti sotto le bufere deve essere ripresa, come modello, per chi ora ha il compito di censire i danni, preparare i dossier, trasmettere le richieste di indennizzo dei cittadini e delle aziende colpite. Chiedo, a tutti livelli, che lo sforzo per dare risposte al Veneto sia massimo”.
“Dalle stime i danni potranno superare complessivamente i 100 milioni di euro. Ora è fondamentale che la rete di raccolta delle segnalazioni sia efficiente. I cittadini devono inoltrare le proprie segnalazioni ai Comuni, che con rapidità dovranno trasmettere un dossier in Regione. Sulla base dello Stato di Emergenza che ho firmato, trasmetteremo al Governo il censimento auspicando lo stanziamento di fondi per la ripartenza e gli indennizzi. Mi sono sentito a più riprese con i Ministri competenti, il Vicepremier Salvini, Musumeci e Lollobrigida, che hanno piena consapevolezza di quanto accaduto e con l’operatività che contraddistingue il Governo Meloni sapranno dare al Veneto risposte”.
Fuori pericolo il veronese colpito da un fulmine
“Dopo la conta dei danni di questa forte ondata di maltempo – aggiunge Zaia – giunge anche una notizia che rincuora. Domani sarà dimesso l’uomo colpito il 21 luglio da un fulmine in centro a Verona. Se non fosse stato per Remy Joel Egoue Mongoue, medico della Medicina nucleare dell’Azienda Ospedaliera veronese, la scossa avrebbe avuto conseguenze ancora peggiori, forse mortali. Le tempestive manovre cardiorespiratorie di soccorso del medico e la chiamata al 118 sono stati determinanti per salvargli la vita e impedire ulteriori complicanze. Ringrazio il dottor Egoue Mongoue e tutti i sanitari che sono intervenuti”.
I danni
Coldiretti segnala che il nord Italia è stato segnato da ben 44 tempeste di vento e grandine in un solo giorno: hanno colpito città e campagne con danni incalcolabili, secondo l’analisi della Coldiretti stessa su dati Eswd (European sever weather database), dalla quale si evidenzia che l’ondata di maltempo ha colpito dal Piemonte al Veneto fino al Friuli con il concentrarsi di numerosi eventi estremi in particolare in Lombardia.
“Le forti grandinate con vere e proprie palle di ghiaccio hanno colpito irrimediabilmente – sottolinea la Coldiretti Vicenza – le produzioni di grano, ortaggi, barbabietole, frutta e vigneti ma anche alberi divelti, serre distrutte e strutture agricole con tetti rovinati. La grandine è l’evento climatico avverso più temuto dall’agricoltura in questa fase stagionale per i danni irreversibili, che provoca alle coltivazioni in campo che lo scorso anno hanno raggiunto la cifra record di oltre mezzo miliardo di euro solo nelle aziende assicurate secondo l’Asnacodi”.
A preoccupare le campagne è anche l’insopportabile ondata di caldo con il bollino rosso in 16 città, dove sta letteralmente “bruciando” la frutta e verdura nei campi con ustioni che provocano la perdita del raccolto che in alcune aziende arrivano al 90%, dai peperoni ai meloni, dalle angurie all’uva, dai pomodori alle melanzane. “Le scottature da caldo – prosegue Coldiretti Vicenza – danneggiano in maniera irreversibile frutta e verdura, fino a renderle invendibili. Si cerca di anticipare il raccolto quando possibile o si provvede al diradamento dei frutti sugli alberi, eliminando quelli non in grado di sopravvivere, per cercare di salvare almeno parte della produzione. Il caldo africano di questi giorni taglia anche le produzioni di uova, latte e miele, Se nei pollai si registra un netto calo della produzione di uova, le api stremate dal caldo hanno smesso di volare e non svolgono più il prezioso lavoro di trasporto di nettare e polline con un calo del raccolto di miele stimato pari del 70% rispetto allo scorso anno. Con il termometro sopra i 40 gradi ci sono forti ripercussioni con la produzione di latte scesa di oltre il 10% per le mucche nelle stalle mentre le pecore sono costrette a migrare in altura per cercare pascoli verdi. Nelle stalle sono in funzione a pieno ritmo ventilatori e doccette refrigeranti”.