Medici a gettone negli ospedali: ispezione del Nas nelle coop che lavorano con l’Ulss 6 Euganea
“La notizia delle ispezioni dei Carabinieri del Nas alle cooperative che forniscono medici alle strutture dell’Azienda Ulss 6 Euganea conferma la necessità di guardare in profondità rispetto ad un fenomeno che incide pesantemente sulla qualità delle cure erogate ai cittadini e relativi costi. I controlli in corso dimostrano che siamo in presenza di un vuoto da parte della Giunta regionale che ha gravemente sottovalutato per troppo tempo il tema della carenza del personale medico”.
A dirlo i consiglieri del gruppo consiliare del Partito Democratico, a partire da Vanessa Camani, Anna Maria Bigon, Francesca Zottis, Giacomo Possamai, Jonatan Montanariello e Andrea Zanoni.
I Nas stanno infatti verificando come l’Usl 6 Euganea affidato gli appalti alle cooperative, controllando i contratti e le competenze dei medici per prestare servizio al Pronto Soccorso e nelle Rianimazioni degli ospedali coinvolti. La retribuzione per questi medici arriva a 720 euro a turno (di dodici ore), quindi con compensi ben superiori a quelli previsti dal sistema sanitario nazionale e che al mese sfiorano le 9mila euro lorde. Il risultato di questa distorsione è il licenziamento di medici presenti negli ospedali (dove il compenso è di 3500 euro circa) per andare a lavorare con le cooperative. Altra conseguenza è la desertificazione dei concorsi pubbici. Le ispezioni dei carabinieri del Nas sono ancora in corso, ma finora sembrerebbe non siano state trovate irregolarità all’interno delle cooperative controllate.
“Di fronte alle incessanti denunce sulle carenza di personale medico e in particolare di emergenza urgenza, nessuno in Regione è intervenuto, consentendo così il proliferare dei medici a gettone e abbandonando la vigilanza su una realtà segnata da condizioni di lavoro proibitive e dalle basse retribuzioni nelle quali si ritrova il personale. Pensare che proprio la settimana scorsa, – proseguono i consiglieri del Partito Democratico – il presidente Zaia, è andato all’ospedale di Padova per inaugurare un nuovo macchinario tecnologicamente all’avanguardia: spiace constatare che non si sia degnato di passare per il pronto soccorso, nei reparti di terapia intensiva e tra il personale sanitario a spiegare come pensa di risolvere questo quadro di forte disagio.
Il ricorso alle cooperative è plausibile per tamponare l’emergenza, ma non è la soluzione ed in ogni caso va monitorato dal punto di vista della professionalità e delle condizioni di lavoro. Se devono essere i Carabinieri a vederci chiaro, significa che la parte politica e gestionale è all’anno zero con la pessima ciliegina sulla torta di un Governo nazionale che taglia i fondi per la sanità”, concludono i consiglieri.