Mestre: la tragedia del bus provocata dalla rottura dello sterzo e dalle barriere vetuste
La morte di 22 persone e il ferimento di altre 14, lo scorso 3 ottobre a Mestre sul cavalcavia Vampa, fu provocato da un mix di guasto meccanico e barriere inadeguate. Sono queste le cause che emergono dalle perizie, i cui risoltati sono stati resi noti dal procuratore capo di Venezia Cherchi. Nessun malore o distrazione dell’autista, quindi.
L’autobus della società La Linea, carico di turisti stranieri che stava riportando a un camping, sarebbe sbandato e quindi precipitato dal cavalcavia in primis a causa della rottura di un giunto,come hanno stabilito9 le quattro perizie disposte dalla Procura. Insieme al guasto meccanico, un corresponsabilità sarebbe da addebitare anche alle barriere inadeguate che non sono riuscite a trattenere il carreggiata il mezzo, che si infilò in un varco presente nel guardarail.
L’esame del cuore dell’autista, Alberto Rizzotto, aveva escluso l’ipotesi di un infarto, pur rilevando un’arteria parzialmente ostruita. Il conducente, inoltre, aveva le mani sul volante: nessuna distrazione al cellulare, come mostrano le immagini interne al bus. Video che las Procura ha secretato per rispetto dei parenti, dato che mostrano tutto il terrore dei passeggeri prima della caduta. Ora, prima della chiusura delle indagini, ci sarà il confronto sulle perizie con i consulenti dei familiari delle vittime e delle quattro persone indagate: l’amministratore delegato della società di trasporti La Linea e tre dipendenti del comune di Venezia.