No alla denominazione Prosek, a rischio il vino italiano più esportato al mondo
In questi giorni il Parlamento Europeo è chiamato a votare la denominazione Prosek richiesta richiesta dai produttori di vino croati. Una situazione che, se trovasse accoglimento, rischierebbe di mettere in ginocchio il vino più esportato al mondo; il Prosecco. L’intera filiera appoggiata dalla politica italiana si sta opponendo con forza affinché venga valutata attentamente una delle maggiori eccellenze del nostro Paese.
“Occorre fermare il tentativo di lucrare sul successo del prosecco che ha registrato un balzo del 31% nelle esportazioni per un valore record di circa 1,3 miliardi nel 2021″. E’ quanto afferma la Coldiretti in occasione del dibattito sul Prosek in sessione plenaria del Parlamento Europeo durante la quale la Commissaria Ue all’uguaglianza Helena Dalli ha comunicato che sono state ricevute ben dodici opposizioni alla domanda di riconoscimento della menzione tradizionale Prosek.
“Il prosecco – sottolinea la Coldiretti – è il vino italiano piu’ esportato nel mondo ma anche quello più copiato con le imitazioni diffuse in tutti i continenti. Serve dunque decisione – continua la Coldiretti – per fermare un precedente pericoloso che rischia anche di indebolire la stessa Ue nei rapporti internazionali e nei negoziati per gli accordi di scambio dove occorre tutelare le denominazione Made in Italy dai falsi. Per questo il presidente della Coldiretti Ettore Prandini insieme a circa 1000 imprenditori agricoli ha presentato un autonomo atto di opposizione alla domanda di registrazione della menzione tradizionale croata Prosek pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea”.
Sull’argomento interviene anche il Presidente del Veneto Luca Zaia che afferma: “Se l’Europa cedesse alle richieste croate sulla denominazione Prosek, creerebbe un
precedente pericolosissimo per tutti gli altri prodotti tipici. E’ imbarazzante pensare
che l’Europa possa autorizzare il termine Prosek, che storicamente identifica la nostra
produzione. Ci sono moltissimi motivi per dire no. L’Europa chiuda velocemente
questa partita e rigetti le richieste croate. Quello che sta accadendo è scandaloso”.