No Vax minacciano di morte l’immunologa Antonella Viola, finisce sotto scorta. Le parole di Luca Zaia
La scienziata Antonella Viola, nota immunologa con molte partecipazioni a trasmissioni televisive, ha ricevuto nel suo ufficio una lettera con esplicite minacce, al suo interno anche un proiettile calibro 22. Da sempre impegnata nella ricerca, è finita ora sotto scorta, a causa del messaggio che porta la firma di un gruppo No Vax.
Questa la missiva minatoria ricevuta dalla Professoressa Viola e riportato dal Corriere della Sera: “I bambini non si toccano. Basti pensare agli effetti neurotossici e cardiotossici. Se non cambia le sue interviste dicendo che i bambini non vanno vaccinati saremo ben lieti di colpire lei e la sua famiglia. Tranquilla, non morirà nessuno ma due pallottole calibro 22 nella pancia e nelle ginocchia non uccidono, fanno solo un gran male. Non seguiranno altri comunicati”.
Dopo essere stata portata alla luce la vicenda è la sessa Antonella Viola a pubblicare un post sui social per raccontare l’episodio: “Speravo di tenere la notizia sotto traccia ma, come avrete letto, non è stato possibile. Sì, confermo di aver ricevuto una busta contenente una lettera di minacce ed un proiettile. Mi si ordina di dire che i bambini non devono essere vaccinati o spareranno a me o alla mia famiglia. Questi sono i novax che sanno solo odiare, rifiutare logica e leggi, creare tensione e violenza. Sono ovviamente amareggiata perché ho speso gli ultimi 2 anni a servizio della collettività, senza risparmiarmi, sottraendo tempo alla mia famiglia e a me stessa. Sono incazzata con chi strizza l’occhio a certa gente, a chi mette in dubbio la nostra serietà e libertà da qualunque condizionamento. Ma continuerò a fare del mio meglio per dare voce alla scienza e parlare a chi vuole ascoltare. Sempre guidata da etica, responsabilità e amore”.
Anche il Governatore del Veneto Luca Zaia interviene sull’episodio e commenta così l’accaduto: “Esprimo ad Antonella Viola tutta la mia solidarietà, umana e istituzionale. Mai avrei pensato che in un Paese civile si potesse arrivare a minacciare una scienziata che, come molti altri, sta combattendo in prima persona per curare e salvare vite dall’attacco del Covid.
“Purtroppo –continua Luca Zaia –dobbiamo prendere atto che alcune frange della popolazione si sono lasciate andare in una sorta di conflitto sociale contro chiunque si adoperi per arrivare a sconfiggere il virus. E’ triste e preoccupante, ma è così, e la risposta è una sola: continuare nella battaglia, nella ricerca, nella cura, nel lavoro per affermare la fondamentale cultura della salute pubblica come bene primario di ogni cittadino”.