Oltre 3 mila guariti dal Covid-19 in Veneto invitati a donare il plasma. Da oggi le lettere
Le Ulss venete che fanno capo ad Azienda Zero hanno predisposto le liste di nominativi e partiranno già oggi le prime lettere di richiesta di donare sangue e plasma a favore dei malati di coronavirus. Destinatati delle missive saranno gli attuali oltre 3 mila veneti ex pazienti e affetti negativizzati dal Covid-19. Tutti loro potranno contribuire sia alla ricerca scientifica sulla malattia pandemica sia al percorso di guarigione degli inevitabili nuovi infetti dal morbo che ha straziato di dolore 1.666 famiglie in Veneto, in meno di tre mesi, stravolgendo la vita quotidiana di ciascuno e minando le fondamenta dell’economia.
L’obiettivo è creare una vera e propria banca del plasma a disposizione in primis della sperimentazione delle terapie che utilizzano gli anticorpi, i “baluardi” di difesa che contrattaccano la malattia, prodotti dall’organismo dei malati ora guariti o comunque dimessi dagli ospedali. La proposta rivolta agli ex malati di coronavirus consiste nel recarsi nel più breve tempo possibile presso un centro prelievi territoriale – indicato nella lettera – per fornire il proprio contributo, attraverso una donazione del sangue e del plasma.
Un’iniziativa nata in seno alla Regione Veneto dopo i primi dati incoraggianti del ciclo di sperimentazione della terapia con plasma iper-immune su un panello ristretto di ricoverati, condotta dalla dottoressa Giustina De Silvestro. Un campione seppur ridotto di pazienti seguiti dall’unità operativa immunotrasfusionale di Padova che, però, nella sua totalità ha risposto in maniera soddisfacente, convincendo la comunità scientifica e quella politica di riflesso a portare avanti questo percorso di cure cliniche.
Così recita il testo contenuto nel messaggio che sarà recapitato nei prossimi giorni agli indirizzi di residenza delle persone venute a contatto con il virus. Sarà una libera scelta partecipare o meno al programma sanitario. “La Regione del Veneto – si legge – richiede cortesemente la collaborazione della popolazione per compiere un ulteriore passo sul cammino della sfida alla pandemia responsabile della malattia Covid-19“.
Questa era la premessa. “Negli ospedali della nostra regione e in particolare nell’azienda ospedaliera di Padova, che ha assunto ruolo di centro coordinatore, è in atto la sperimentazione della trasfusione – prosegue la lettera – ai pazienti con forma grave di Covid-19 del plasma raccolto dai pazienti guariti dalla stessa malattia che hanno prodotto nel loro organismo degli anticorpi in grado di neutralizzare il virus. I confortanti risultati ottenuti nel decorso clinico dei pazienti così trattati ci ha dato la forza per sostenere e avviare la ricerca delle persone che hanno superato la malattia e potrebbero divenire sorgente benefica”.
Infine le indicazioni pratiche ai destinatari. “Abbiamo inoltre l’ambizione di poter provvedere alle possibili ricomparse future di questa insidiosa malattia conservando quote congelate del prezioso emocomponente, da utilizzare al momento opportuno. Lei potrebbe essere la persona che stiamo cercando: la preghiamo perciò di poter aderite alla nostra iniziativa e di comunicarci la sua disponibilità ad essere contattato dal Centro Trasfusionale della sua provincia di residenza per avere maggiori e più precise informazioni in merito e magari poter concordare un appuntamento per una visita preliminare“.