Oss con funzioni sanitarie: l’Ordine degli infermieri impugna la delibera regionale
La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche ha dato mandato ai suoi legali, affiancando così le azioni dell’Ordine del Veneto, di impugnare la delibera 305 della Regione Veneto, di metà marza, che apre alla possibilità di utilizzare gli Operatori sociosanitari (Oss), per eseguire atti propri dell’assistenza clinica del paziente di competenza esclusiva di medici e infermieri.
I dettagli del ricorso, definito “doveroso, prioritario e rispondente al mandato conferitole dalla Legge 3 del 2018”, saranno resi noti nei prossimi giorni.
“L’impugnazione della delibera sugli Oss era inevitabile, vista l’ostinazione della Regione nel tirar dritto senza ascoltare i soggetti interessati. Un provvedimento del genere rischia di essere pericoloso per gli ospiti delle strutture residenziali, non è il modo né il metodo giusto per rispondere alla carenza cronica di infermieri. Per migliorare servizi e assistenza servono norme condivise e corrette, invece di fughe in avanti. Altrimenti si peggiora la situazione, l’ultima cosa di cui hanno bisogno i malati”. Così Anna Maria Bigon, consigliera regionale del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Sanità, interviene sulla decisione della Federazione nazionale Ordini delle professioni infermieristiche, annunciando di aver presentato anche un’interrogazione, firmata dal collega Andrea Zanoni, con cui chiede di sospendere la delibera 305.
“Dobbiamo per prima cosa tutelare gli ospiti delle Rsa, che rischierebbero di ricevere in maniera impropria prestazioni infermieristiche senza i necessari criteri di sicurezza e garanzia. La Regione ascolti tutte le parti coinvolte e venga a riferire in Quinta commissione, solo dopo valuti il da farsi. Infermieri e Oss – aggiunge – sono entrambe figure fondamentali ma hanno formazione e competenze, e di conseguenza livelli di responsabilità, diverse. Le ore di formazione da remoto sono sufficienti a sostituire tre anni di studi universitari? Le difficoltà delle strutture residenziali per carenza di infermieri sono reale, ma soluzioni pasticciate possono solo aggravare i problemi”.