Per Zaia “la curva delle terapie intensive è in calo. Ma non è finita”. Focus su vaccini e tamponi
Bastano 11 giorni di lieve calo dei numeri di pazienti gravi assistiti nei reparti di terapia intensiva in Veneto per azzardare una dichiarazione sul trend recente, inaugurato (in discesa) proprio a cavallo tra l’anno terribile 2020 e quello carico di speranze – ma ancora di migliaia di contagi giornalieri in tutta Italia – appena iniziato.
E’ questo il tema portante – insieme al piano vaccini illustrato dall’assessore Lanzarin – del punto stampa di martedì 12 gennaio, in cui si parla di “scollinamento” dopo aver raggiunto la quota-picco 401 ricoveri in rianimazione, oggi scesi a 342. Mostrato in diretta un grafico di tendenza, ribadendo il numero di letti ancora liberi in terapia intensiva: 97. In un giorno in cui il dato sui decessi raggiunge i 166 morti, ma si tratta di un aggregato di più giorni.
Alle 8 di stamattina sono 2.134 i nuovi positivi con un’incidenza “raggruppata” (test rapidi più tampone molecolare) del 4%. Ricoverati in Veneto sono 3.419: 3.028 in area non critica, 391 in terapia intensiva. “C’è una direzione in calo negli ultimi 11 giorni nella nostra regione, mentre in altre la situazione si sta inasprendo nonostante le restrizioni più stringenti di quelle adottate in Veneto – ha esordito Luca Zaia – ma questo non esclude un’inversione di tendenza repentina che riporti i dati in ascesa. Il virus continua a farsi sentire, il tema del virus mutato è ormai una realtà assodata, osservando quanto avviene in Inghilterra e Germania di certo la preoccupazione c’è ed è reale. Nessun liberi tutti all’orizzonte, altrimenti nessuna sanità al mondo potrà tenere e andrà allo schianto. Ricordiamoci delle 3.400 persone ricoverate e che se 5 milioni di veneti rischiano di trovare le porte chiuse degli ospedali in caso di bisogno, anche se siamo ancora lontani da uno scenario simile. Ad oggi il vaccino è l’ultima via d’uscita, contiamo tanto sulle vaccinazioni, il mondo intero è nel caos per questo virus“.
Su questo punto interviene l’assessore vicentino alla Sanità, Manuela Lanzarin, “braccio operativo” del governatore regionale per la campagna, che aggiorna sul contributo dei medici di famiglia e dei farmacisti con le operazioni legati ai tamponi. A introdurla ancora Zaia che annuncia che entro aprile tutti gli over 70 saranno vaccinati, se saranno confermate le forniture di dosi di vaccinazioni pattuite. Per fine settembre, poi, è prevista la copertura completa di tutti i cittadini del Veneto che vorranno farsi somministrare la protezione anti-Covid. Intanto stanno arrivando le prime casse di vaccino Moderna, e si cominciano ad accantonare le seconde dosi di vaccino di richiamo per chi – personale sanitario, ospiti e operatori di Rsa – che hanno già ricevuto la prima somministrazione. C’è attesa, infine, per l’ok alla distribuzione del terzo vaccino AstraZeneca che, secondo le parole del presidente, “permetterebbe una vaccinazione di massa” con il “plus” della non necessità della conservazione a bassa tenperatura.
“Per quanto riguarda le farmacie – tocca all’assessore Lanzarin il microfono -, delle 1.140 presenti in Veneto hanno aderito in circa 200: ad oggi sono stati eseguiti su persone asintomatiche 4.023 tamponi, di questi 268 sono risultati positivi”. Si tratta di persone senza sintomi che si sono recate di spontanea iniziativa al controllo. In percentuale si naviga per ora sul 15% di adesioni da parte dei farmacisti che si sono organizzati in pochi giorni per effettuare l’operazione “in proprio”, al costo di 26 euro per chi lo richiede e senza necessità di prescrizione medica.
Dati più corposi vengono offerti sul fronte dei medici di famiglia: “rispetto ai 250 mila circa tamponi consegnati alle Ulss che arrivano dal commissario Arcuri, che tramite i distretti vengono distribuiti ai medici di medicina generale, sono stati effettuati 171 mila tamponi al 31 dicembre, circa due terzi del totale disponibile. Di questi il 14% ha dato esito positivo, il restante negativo (85,55%)”. Identiche le procedure successive adottate da protocollo sanitario, con isolamento e quarantene nei casi previsti. “Numeri importanti che denotano un’attività intensa”, ha aggiunto Lanzarin.