Pfas, i dati Arpav confermano: i filtri funzionano, obiettivo raggiunto
Oggi nella sede della Direzione Generale Arpav, a Padova, il coordinatore regionale ambiente e salute e direttore generale Arpav, Nicola Dell’Acqua e l’assessore regionale all’ambiente, Gianpaolo Bottacin hanno presentato i risultati delle analisi Arpav negli acquedotti dei comuni della “zona rossa” dopo l’attivazione del nuovo sistema di filtraggio.
“Come si può constatare dai dati, si è raggiunto l’obiettivo in tutti i comuni interessati – ha affermato Dell’Acqua – ciò è stato possibile grazie agli interventi attuati dai gestori che, oltre alle modifiche importanti alla rete acquedottistica fatte in questi anni, hanno attivato celermente la doppia filtrazione in serie su letto di carboni attivi, metodo comprovato dagli studi più recenti, e che provvederanno alla sostituzione dei letti filtranti ogni 2-3 mesi, per garantire nel tempo tale performance. Annuncio anche che, nelle prossime settimane, verificheremo i punti di erogazione dell’acqua potabile nelle scuole”.
Per quanto concerne i costi sostenuti dai gestori degli acquedotti, la stima è di due milioni e mezzo di euro “la Regione ha già anticipato 1,2 milioni che ci riserviamo di recuperare rivalendoci su chi ha inquinato – ha affermato l’assessore Bottacin – da quando il ministero ci ha detto di arrangiarci, in meno di un mese abbiamo raggiunto l’obiettivo Pfas Zero dettato dalla delibera regionale che prevede dei limiti temporanei per mirare all’obiettivo finale zero” . Per quanto riguarda i costi che potrebbero sostenere in bolletta i cittadini, “il massimo costo stimato per chi risiede nei comuni della zona rossa – ha detto Dell’Acqua – potrebbe essere, a partire dal 2019, di un euro l’anno a persona”.
Come noto, le operazioni sono state attivate nelle more della realizzazione di interventi strutturali sulla rete acquedottistica del Veneto, già avviati, e che dovrebbe concludersi entro cinque anni, e della necessaria modifica della normativa. “Per evitare quanto successo con i Pfas è necessario agire in prevenzione – ha aggiunto Dell’Acqua – ad esempio rendendo obbligatorio il piano di sicurezza per tutti gli acquedotti del Veneto”.
Le analisi sono pubblicate nel sito analisipfas.it dal lunedì al venerdì e sono effettuate sulle acque destinate al consumo umano all’uscita dagli impianti di potabilizzazione nei 21 comuni dell’Area di Massima Esposizione Sanitaria o “zona rossa”. Per questi comuni la normativa regionale ha stabilito che, nell’arco di sei mesi, i valori di Pfoa + Pfos dovranno risultare inferiori o uguali a 40 nanogrammi per litro. Il sito è consultabile anche da arpa.veneto.it dove vi è un’ampia sezione dedicata ai Pfas.