Natalità in calo: ok in Consiglio Regionale al piano per le famiglie da 28 milioni (il primo anno)
Natalità in Veneto in forte calo, con 15.282 nuovi nati in meno nel 2019 rispetto al 2008.
Un trend in atto da tempo che ha inciso nella della decisione del Consiglio della Regione Veneto, che ha approvato un robusto programma triennale per le famiglie che prevede “il potenziamento della medicina territoriale, e le politiche attive del lavoro nei confronti della donna, a partire dalla conciliazione dei tempi di lavoro”.
Ben 28 milioni di euro i fondi per il primo anno, per quello che l’assessore a sanità e sociale Manuela Lanzarin definisce “un piano che realizza un’evoluzione storica”.
“Il ruolo della famiglia non solo è inalterato, come ci confermano i dati, ma è sempre più centrale. Anche di fronte ad un clima di grandi cambiamenti e di grandi preoccupazioni come quello che stiamo vivendo, la famiglia continua ad essere un protagonista sociale insostituibile, configurandosi spesso anche come ammortizzatore di eventuali carenze del sistema di welfare. Ha commentato Luca Zaia, presidente della Regione -. Il voto del Consiglio apre definitivamente la strada a una serie di provvedimenti della Regione che, anche con modalità innovative, attivano tutta una serie di iniziative di supporto a quello che è il nucleo fondamentale della nostra comunità, secondo gli specifici obbiettivi e le priorità proposte dalla giunta. Un intervento prezioso e strategico nel contesto di congiuntura socioeconomica di questo momento storico, conseguente a due anni di pandemia e alla crisi internazionale legata alla crisi ucraina”.
Zaia esprime la sua soddisfazione per l’approvazione data dal Consiglio Regionale al primo programma triennale di politiche per la famiglia con una dotazione finanziaria di oltre 28 milioni di euro per il primo anno.
“Mai come in questo caso è tanto corretto parlare di investimento – sottolinea il governatore -. Un investimento pienamente rispondente alla programmazione regionale, alla legislazione in materia ed al sistema integrato dei servizi sociali, sfruttando anche le opportunità offerte dal PNRR. Gli obbiettivi, infatti, sono tappe di una capitalizzazione per l’ulteriore sviluppo della comunità veneta. Investire sulla famiglia significa dare il giusto sostegno alla genitorialità, valorizzare il riconoscimento sociale del lavoro domestico, favorire e agevolare l’educazione dei figli, rimuovere gli ostacoli che impediscono nuove nascite, con una politica che prevenga e rimuova quelle difficoltà economiche”.
“Con questa legge mettiamo in campo tutta una serie virtuosa e innovativa di azioni a supporto della famiglia, realizzando un’evoluzione storica nelle politiche di settore – ha sottolineato Manuela Lanzarin – Un Programma di supporto alla famiglia con molti aspetti importanti come la natalità, i servizi educativi, gli asili nido, la conciliazione dei tempi di lavoro della donna, forme di comunicazione e informazione”.
“Faccio notare – aggiunge l’assessore – la grande innovazione del fattore famiglia, che ci permetterà di dare l’aiuto necessario in base a indicatori ben precisi sulle famiglie in maggiore difficoltà. E’ un Piano a 360 gradi – conclude – che poi si deve ‘sposare’ con altri interventi, come quelli sanitari, con tutta la programmazione futura sul potenziamento della medicina territoriale, e le politiche attive del lavoro nei confronti della donna, a partire dalla conciliazione dei tempi di lavoro”.
Il piano triennale
L’assemblea di palazzo Ferro Fini ha approvato il piano con 34 voti a favore e 9 astenuti.
La dotazione finanziaria del provvedimento, il primo in applicazione della legge quadro sulla famiglia in vigore dal 2020, ammonta a 28 milioni 790mila euro per il primo anno, più del doppio dei 12 milioni 797mila euro impegnati nel 2021; per il 2023 e il 2024 il programma rimanda alle disponibilità del bilancio regionale e al reperimento di ulteriori risorse. La quota più consistente è dedicata a potenziare i servizi per la prima infanzia (15,5 mln) e a ridurre le rette di frequenza di nidi, asili e servizi per la fascia 0-6 anni (4,9 mln), nell’ottica di offrire un sostegno concreto alla natalità e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Particolare attenzione viene dedicata alle famiglie fragili (5,1 mln per le amministrazioni locali che attiveranno progetti di sostegno per famiglie numerose, monoparentali, con parti plurigemellari, figli orfani) e al potenziamento dei servizi di mediazione e assistenza dei Consultori familiari (2,4 milioni).
Le risorse restanti sono dedicate allo sviluppo degli Sportelli famiglia e delle reti territoriali; a creare luoghi e di spazi di incontro-confronto tra genitori; a implementare il “fattore famiglia”, come strumento integrativo per definire le condizioni economiche e sociali del nucleo familiare; a valorizzare gli organismi di rappresentanza delle famiglie del territorio regionale. Infine il programma prevede il potenziamento della “valutazione d’impatto familiare”, per misurare gli effetti degli interventi attivati rispetto alle politiche perseguite a sostegno della famiglia.
Insieme al programma l’aula ha votato all’unanimità anche alcuni atti di indirizzo rivolti al governo regionale. Su proposta delle opposizioni, il Consiglio regionale ha impegnato la Giunta a promuovere presso gli enti locali la Family card per agevolare le famiglie a basso reddito, e a presentare un disegno di legge regionale che riconosca la figura del caregiver familiare, cioè il lavoro di assistenza e di cura che il familiare presta al congiunto non autosufficiente, in linea con la proposta di legge che prenderà forma in Parlamento. Sempre per iniziativa dei consiglieri di opposizione, il Consiglio ha inoltre impegnato la Giunta a ridefinire il numero dei Consultori familiari e a rivederne l’accessibilità, nonché a rendere progressivamente gratuite le rette dei nidi e dei servizi socioeducativi per la prima infanzia. In precedenza l’aula aveva accolto anche un emendamento che impegna la Regione a promuovere i nidi aziendali, anche presso le strutture pubbliche. Sempre con voto unanime, l’aula ha fatto proprio l’ordine del giorno proposto dalla presidente della commissione Sanità in materia di formazione delle competenze genitoriali: l’atto di indirizzo impegna la Giunta a promuovere, in via sperimentale, l’educazione prenatale e un sistema integrato di percorsi informativi e formativi negli asili nido, fondato sull’alleanza tra genitori, educatori e insegnanti.
Il programma, che l’assessore alla sanità e al sociale ha definito ‘provvedimento cardine e strutturale nell’agenda politica della Regione’, offre anche una fotografia delle trasformazioni della famiglia in Veneto: le famiglie sono cresciute in termini numerici dell’80 per cento negli ultimi cinquant’anni nel territorio regionale, ma la loro composizione si assottiglia e si modifica. Delle 2.098.446 famiglie oggi residenti, 624 mila (pari al 31%) sono composte da una sola persona, le famiglie tradizionali con due figli sono 717 mila (il 6% in meno rispetto al 2007), le famiglie con un solo genitore 202 mila (il 15% in più rispetto al 2007), quelle ricostituite 103 mila (in aumento del 30%), le unioni civili sono 502. Le coppie non coniugate rappresentano il 10% del totale, il 60 per cento in più rispetto a dieci anni fa; le coppie senza figli sono aumentate del 10,8% nell’ultimo decennio. I figli si fanno sempre più tardi e 45 coppie su 100 hanno un solo figlio. L’andamento della natalità è sempre più in flessione: nel 2019 sono nati in Veneto 33.333 bambini, 15.282 in meno rispetto ai 48.615 nati del 2008.
I commenti
«La famiglia rappresenta l’istituzione fondamentale nei rapporti di cura verso le persone fragili, il principale nucleo della formazione e della crescita dei giovani, e va aiutata per la sua enorme funzione sociale. È questo il concetto alla base del Provvedimento approvato oggi dal Consiglio regionale del Veneto che va a delineare gli interventi a favore della famiglia per il triennio 2022-2024. Un programma che prevede lo stanziamento, per il solo 2022, di circa 29 milioni di euro, che porterà aiuti concreti in un contesto sociale profondamente mutato da quello tradizionale». I consiglieri regionali dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta, il vicentino Marco Zecchinato, relatore in aula del provvedimento, e Sonia Brescacin, presidente della Quinta commissione, presentano con queste parole l’approvazione della proposta di deliberazione amministrativa, il Programma triennale degli interventi regionali a favore della famiglia.
«In particolare, c’è grande attenzione alla conciliazione lavoro-famiglia – proseguono i due consiglieri -: la pandemia ha reso ancora più evidente la necessità di bilanciare il tempo da dedicare al lavoro e quello per la famiglia, e la situazione di disagio estremizzata dal lockdown ha dimostrato che le realtà che possono meglio affrontare le crisi sono quelle che permettono ai genitori di dedicare tempo di qualità ai propri figli, senza per questo dover sacrificare il lavoro».
«Altra grande novità è quello che è stato chiamato “fattore famiglia”, uno strumento integrativo per definire le condizioni economiche e sociali del nucleo familiare che accede alle prestazioni sociali ed ai servizi a domanda individuale Da molti anni è in corso in Italia una discussione sul fatto che l’ISEE a volte risulta iniquo come indicatore per poter erogare servizi. La Regione, quindi, insieme all’Università di Verona, sta studiando e applicherà, prima in Italia, il “fattore famiglia”, un algoritmo che introduce una maggiore equiparazione e un maggiore equilibrio nel far arrivare risorse e servizi a quelle famiglie che veramente ne hanno necessità. Perché le famiglie vengano poi aiutate in ogni momento, dalla loro formazione al sostegno economico per l’istruzione dei figli, vengono arricchiti i servizi offerti di mediazione presso i consultori, servizi essenziali che spesso rappresentano un vero punto di riferimento nei momenti più complessi».
«Questo programma triennale, particolarmente complesso e articolato, è frutto di un lungo confronto, in sede di Quinta commissione, con le associazioni familiari di diversa ispirazione che hanno portato all’interno del Consiglio le voci e le necessità del territorio, condividendole con la “Cabina di regia per la famiglia”, istituita con la legge regionale 20 del 2020, che ha lo scopo di agevolare i territori al monitoraggio, alla verifica e alla valutazione degli effetti prodotti dagli interventi previsti dal programma triennale».