“Ponte dell’amicizia” di Nikolajewka imbrattato con la Z, Alpini considerati nazisti da stampa russa
Un altro segno di sfregio e crudeltà quello che arriva questa volta direttamente dalla Russia, ad essere colpito è uno degli elementi simbolo in ricordo di quanto accaduto nella Seconda Guerra mondiale. Costruito dall’Associazione Nazionale Alpini proprio in memoria dei caduti di quel conflitto, era stato intitolato “Il ponte dell’amicizia” ed è stato costruito nel 2018 a Nikolajewka grazie all’impegno anche degli alpini della nostra regione e che oggi finiscono nel mirino del quotidiano on line russo bloknot-voronezh.ru “rei” di avere costruito il manufatto e “gettato con arroganza un ponte coi nazisti di Livenka“.
Nel ponte, sopra le sagome che raffigurano proprio i nostri alpini, è comparsa una Z, simbolo dell’esercito russo nella guerra in Ucraina.
“La comparsa, a Nikolajevka sul ponte costruito dagli Alpini dell’Ana e in una casa abitata da cittadini ucraini a Montecchio Maggiore, della Z diventata simbolo di guerra
e aggressione, sono due episodi deplorevoli, espressione di violenza e odio, che tutta la comunità civile respinge con sdegno”.
Lo dichiara il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che si dice “sconcertato dal clima di violenza che si va diffondendo, non solo attraverso la guerra, ma anche con la comparsa di simboli tristi e inequivocabili”.
“Esprimo vicinanza e solidarietà ai cittadini ucraini di Montecchio e sdegno per lo sfregio vergato a infangare la memoria e il presente degli Alpini, proprio
nel giorno in cui il Senato Italiano ha votato pressochè all’unanimità la creazione della
Giornata Nazionale della Memoria degli Alpini. Quelle Z – conclude Zaia – sono
semplicemente un simbolo d’inciviltà, un inno alla guerra che respingiamo con tutta la
nostra forza”.
“Pensavamo di averne già sentite di tutti i colori, invece scopriamo, con disgusto e amarezza, che i nostri alpini e la loro storia sono stati accusati di fascismo da alcuni siti web russi”. Con queste parole, il presidente dell’Intergruppo Lega – Liga Veneta, Alberto Villanova, commenta la notizia apparsa oggi sui quotidiani.
“La guerra, purtroppo, è anche questo – continua Villanova – campagna di disinformazione e Fake news per distorcere la verità, aizzare gli animi e fomentare reazioni di sdegno contro tutti coloro che non sono alleati, che non appoggiamo la guerra. Cosa ancora più grave è che nel mirino della propaganda russa sia finito il ponte dell’amicizia costruito dagli Alpini bresciani nel 2018 e il monumento che, a Rossosch, ricorda tutti i caduti nelle guerre in Russia. Vi sono foto che ritraggono, appunto, una lettera “Z” apposta sulle sagome degli Alpini che costituiscono le sponde del ponte. Ponte che è stato donato alla cittadinanza dall’associazione nazionale Alpini (Ana), a cui oggi, a nome dell’Intergruppo che rappresento nel Consiglio regionale del Veneto, esprimo grande solidarietà e vicinanza per l’oltraggioso attacco”.
“Se le penne nere sul cappello degli alpini sono diventate simboli fascisti, è perché si sta giocando sull’ignoranza del passato e si fa leva sulla rabbia, distorcendo la memoria a favore di sentimenti d’odio verso chiunque non sostenga l’invasione. Il nostro compito è non lasciar correre e rispondere con la verità, affinché ciò che di buono è stato fatto dai nostri Alpini non venga manipolato, né dimenticato”, conclude Villanova.
Il Presidente Nazionale di Ana Sebastiano Favero ha prontamente inviato una lettera all’Ambasciatore russo in Italia Sergey Razov:
“Signor Ambasciatore,
alcuni siti web russi hanno criticato la presenza nel vostro Paese di quelli che definiscono “monumenti al fascismo”, riferendosi in particolare al cippo che ricorda tutti i Caduti nella Seconda Guerra Mondiale, che si trova nella cittadina di Rossosch e sul quale oltre al cappello alpino c’è la stella simbolo dell’Armata russa, mentre la targa sotto di essi ricorda “Da untragico passato un presente di amicizia per un futuro di fraterna collaborazione”. Identico riferimento il sito fa al Ponte dell’Amicizia che è stato costruito dai soci dell’Ana a Livenka/Nikolajewka.
Le stesse pagine online mostrano che in questi giorni il ponte è stato deturpato con scritte e che le sagome dei cappelli alpini sono state coperte sotto il cartone. Nel web si chiede anche che monumento e manufatto siano rimossi, affermando anche che volontari alpini starebbero combattendo accanto alle forze ucraine nel Donbass.
Desidero riaffermare con forza, Signor Ambasciatore, che l’Associazione Nazionale Alpini non è coinvolta in nessuna operazione di guerra e che da oltre cento anni sostiene solo valori di fratellanza, pace e riconciliazione con tutte le genti, dimostrandolo sia con opere come quelle con cui sono stati donati la scuola materna a Rossosch e il ponte a Nikolajewka, sia, anche in queste settimane, con iniziative di solidarietà a favore delle popolazioni che soffrono”.