Processo per i tamponi rapidi: assolti Patrizia Simionato e Roberto Rigoli

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

E’ arrivata intorno alle 14 in Tribunale a Padova la sentenza del processo per i tamponi rapidi antiCovid, che vedeva nel banco degli imputati l’ex direttore delle Microbiologie del Veneto e primario dell’ospedale trevigiano di Ca’ Foncello, Roberto Rigoli, e l’allora direttore generale di Azienda Zero, la vicentina Patrizia Simionato, ora dg dell’Ulss 8 Berica. I due sono stati assolti perchè “il fatto non sussiste” dalle accuse di falso ideologico e turbativa d’asta.

Un’assoluzione che chiude una vicenda che aveva fatto molto discutere e che era partita da un esposto del microbiologo Andrea Crisanti, allora direttore della Microbiologia di Padova e adesso senatore del Partito Democratico.

Le accuse della procura, nella figura dal pm Benedetto Roberti, erano che durante la fase più critica della pandemia Rigoli avesse usato i tamponi in questione senza verificarne l’efficacia scientifica, mentre Siminato ne avrebbe autorizzato la spesa. Alla fine delle indagini, era scattato il rinvio a giudizio.

Inchiesta test rapidi: rinviati a giudizio il microbiologo Rigoli e la vicentina Patrizia Simionato

La giudice Laura Chillemi ha letto la sentenza, inaspettatamente, mentre il processo era ancora in fase di dibattimento: nella scorsa udienza, infatti, aveva chiesto alle parti di valutare l’applicazione dell’articolo 129 del codice di procedura penale, ossia assolvere gli imputati perché si verifica una qualsiasi condizione per non procedere. Le accuse di falso ideologico e turbativa d’asta sostenute dal pm sono così oggi cadute e i due sono stati assolti.

Zaia: “Ristabilita la verità”
“Non appena appresa la sentenza, mi sono congratulato con la dottoressa Patrizia Simionato e il dottor Roberto Rigoli. È una notizia bellissima: si ripristina e si ristabilisce la verità, dopo anni di insinuazioni, accuse e le peggiori cose che abbiamo sentito dire. Ho sempre difeso questi due professionisti della sanità del Veneto, e penso che questa sentenza rappresenti anche una giusta riabilitazione sociale verso persone che hanno sofferto molto. Si tratta di professionisti che hanno subito pesanti conseguenze, anche sul fronte della salute, a causa di accuse impensabili e inimmaginabili”, dichiara Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto, dopo la sentenza di assoluzione nei confronti dei due dirigenti pronunciata oggi dal Tribunale di Padova.

“Con questa sentenza trionfano la giustizia e la democrazia, e si rinnova la piena fiducia nella magistratura. Resta tuttavia l’amaro in bocca per la gogna pubblica e mediatica subita da questi due dirigenti, che sono stati letteralmente maltrattati dopo essersi impegnati in prima fila per la collettività. Auspico che i mass media, e tutti coloro che, spesso con troppa fretta, hanno puntato il dito contro questi due professionisti, riportando fatti e circostanze poi smentiti dalla sentenza, diano oggi il loro contributo per restituire pienamente l’onore alla dottoressa Simionato e al dottor Rigoli”, prosegue Zaia. Che conclude dicendo: “Resta un’ultima considerazione. Le carte processuali erano chiare e tutte le argomentazioni e spiegazioni sul caso erano state presentate fin dall’inizio di questo iter giudiziario. Mi chiedo quale fosse lo scopo di impiegare risorse, tempo e personale della pubblica amministrazione, esponendo questi professionisti e la nostra sanità a polemiche, accuse e attacchi politici, per poi arrivare a un’assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste. Sentenza che inoltre è arrivata a processo ancora in corso, una formula permessa dalla legge quando dinnanzi ai giudici è evidente l’innocenza dell’imputato. Non penso serva aggiungere altro”.