Referendum, denuncia del comitato per l’astensione: “Negati gli spazi per la propaganda diretta”
“Ci hanno negato gli spazi per la propaganda diretta, la democrazia è sospesa. Abbiamo presentato istanza ai prefetti”. La denuncia è del vicentino Stefano Poggi, presidente del Comitato “Veneti per l’astensione” al referendum sull’autonomia del prossimo 22 ottobre. “Abbiamo segnalato anche gli enti locali usati per la propaganda. I sindaci sono al servizio dei cittadini o di Luca Zaia? E’ inaccettabile che i soldi dei veneti siano spesi per sponsorizzare il referendum truffa”. Questa in sostanza l’accusa lanciata dal comitato.
I fatti sono presto detti. In questi giorni il Comitato sta presentando ai prefetti del Veneto un’istanza nella quale chiede dei provvedimenti che garantiscano la corretta informazione elettorale e il corretto svolgersi della tornata referendaria.
“La Giunta Zaia – afferma Poggi – ha convocato questo inutile referendum-truffa sull’autonomia solo per fare un po’ di propaganda a spese dei cittadini veneti, 14 milioni, 1,2 milioni per la pubblicità. Però c’è un limite a tutto: chi ha indetto questa consultazione dovrebbe almeno garantire che vengano rispettati gli spazi di democrazia. In questi giorni vediamo che non è così. Innanzitutto per quanto riguarda gli spazi di pubblica affissione, che abbiamo scoperto essere accessibili ai soli partiti o gruppi politici rappresentati in Consiglio Regionale. Così almeno è stato risposto ai soci del Comitato di Arzignano quando hanno chiesto di di aver a disposizione alcuni spazi per affiggere manifesti di propaganda elettorale: richiesta che il Comune ha rispedito al mittente, negando gli spazi sulla base di una circolare ministeriale. Perché gli spazi per la propaganda diretta dovrebbero essere esclusivamente a disposizione dei partiti rappresentati in Consiglio regionale, tra l’altro praticamente tutti sostenitori del Sì? Esporre uno a fianco all’altro quattro manifesti per il Sì coi simboli di Lega, Forza Italia, Pd e M5S è corretta informazione?”.
Poggi rincara la dose: “Gravissimo è anche il comportamento di alcuni enti locali che si sono palesemente schierati a favore del referendum-truffa. Alcune amministrazioni locali hanno infatti organizzato incontri definiti ‘informativi’ ma privi di contraddittorio, che presentano esclusivamente le ragioni del Sì, come accade nei comuni di Caldogno in provincia di Vicenza e di Cavallino-Treporti in quella di Venezia. Qui il Comune ha addirittura adottato le grafiche dei Comitati del Sì, mentre quelli di San Giorgio in Bosco e Cittadella a Padova o Musile di Piave a Venezia espongono manifesti e striscioni propagandistici. Il comune di Tombolo nel padovano aveva addirittura dato il patrocinio un torneo di calcetto per il “Sì”! Questi sindaci sono al servizio dei cittadini o di Luca Zaia? È inaccettabile che le istituzioni spendano i soldi dei cittadini veneti per la propaganda di Zaia”.