Ritrovati senza vita nel Piave i corpi di Susanna Recchia e della sua bambina di tre anni

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Susanna Recchia e il ponte sul Piave a Vidor

La tragedia annunciata si è confermata, come nel peggiore degli incubi: Susanna Recchia e la sua bambina di tre anni sono morte. I loro corpi sono stati rinvenuti questa mattina su un isolotto nel fiume Piave, a due chilometri da ponte di Vidor (Treviso).

Le ricerche della donna, 45 anni, residente a Miane sempre in provincia di Treviso, e della sua figlioletta erano iniziate subito dopo l’allarme lanciato dal compagno sabato mattina: sul presto era passato a prendere la bambina e non aveva trovato nè la donna, dalla quale si stava separando, nè la piccola, che soffriva di problemi di salute. Sul tavolo, una lettera scritta a mano su alcuni fogli A4, nella quale la donna diceva di voler morire. L’ultimo contatto risaliva via messaggio alle 20 di venerdì sera. La donna, che secondo quanto riporta The Chronist già in passato aveva maturato intenti suicidi, aveva portato con sè solo i farmaci salvavita per la bambina.

L’auto, una Volkswagen Tiguan: dopo una giornata di ricerche l’auto era stata ritrovata intorno alle 19 di ieri, 14 settembre, nei pressi di una rotatoria a Covolo, dall’altra parte del ponte sul Piave rispetto all’abitato di Vidor, a una quindicina di chilometri dall’abitazione della donna. Un ritrovamento che ha fatto subito temere il peggio. Nonostante il buio i soccorritori (vigili del fuoco, forze dell’ordine e protezione civile) non avevano mai interrotto le operazioni di ricerca nell’area circostante. Nel corso delle ricerche erano stati anche impiegati un elicottero, squadre nautiche dei pompieri, droni e cani molecolari. Questa mattina intorno alle 10 vicino all’isola dei Morti, a Moriago della Battaglia, l’avvistamento dei due corpi senza vita, poi recuperati dai vigili del fuoco e messi a disposizione dei familiari per il riconoscimento. “Esprimo le mie condoglianze ai loro familiari e ai loro cari” ha scritto sui social il presidente della Regione, Luca Zaia.

Donna scomparsa nel trevigiano, c’è una lettera di addio. Con lei anche la figlia

La donna, igenista dentale e già madre di tre figli, da tempo attraversava una situazione di grave disagio psicologico, che negli ultimi tempi si era ulteriormente aggravato anche (probabilmente) per  la separazione dal marito. Il ritrovamento è avvenuto nella stessa zona dove la scorsa estate è stato recuperato il cadavere di Alex Marangon, il giovane scomparso nella notte tra il 29 e 30 giugno dall’Abbazia di Santa Bona (Vidor) dove stata partecipando a un rito di purificazione a base di un decotto di ayahuasca. Nel febbraio 2021 un’altra donna che soffriva di depressione si suicidò gettandosi con in braccio il figlio di un anno e mezzo proprio dallo stesso ponte di Vidor: lei morì, il bambino si salvò.

Per chi si trovasse in una situazione di difficoltà psicologica e per i loro familiari si ricorda che sono attivi 24 ore su 24 servizi di prevenzione e assistenza psicologica:
Servizio regionale – Numero Verde Antisuicidi (800.33.43.43)
Fondazione Di Leo (800.16.87.68)
Telefono Amico (199.28.42.84)
Telefono Azzurro (1.96.96)