Sanità, monitoraggio Lea 2023: Veneto primo tra le Regioni che garantiscono a pieno le cure

Punteggi nettamente superiori alla sufficienza in tutte e tre le macro-aree considerate. È quanto certifica il monitoraggio condotto dal Ministero della Salute in merito ai livelli essenziali di assistenza (Lea) con riferimento al 2023. Considerando la soglia minima di 60, il risultato della ricerca colloca il Veneto al top tra le Regioni: 98 nell’Area Prevenzione, 96 nell’Area Distrettuale e 94 nell’Area Ospedaliera. Un ulteriore miglioramento quindi rispetto ai punteggi del 2022 (rispettivamente 94,08 per l’Area Prevenzione, 96,40 per l’Area Distretturale e 91,36 per l’Area Ospedaliera).

“È la conferma positiva del grande lavoro portato avanti in questi anni. Il mio ringraziamento va a tutti i professionisti che lo hanno reso possibile: medici, infermieri, operatori, tecnici e personale amministrativo”. Queste le parole del presidente della Regione Luca Zaia. Che ha aggiunto: “Ci sono sicuramente ulteriori margini di miglioramento e siamo già al lavoro, come sempre”. Precisando che “continueremo ogni azione ci consentirà di garantire e rafforzare il livello raggiunto, a cominciare dagli investimenti in macchinari di ultima generazione che ci vedono impegnare ogni anno 70 milioni di euro”.

“È il risultato di un grande lavoro di squadra”, ha dichiarato l’assessore alla Sanità e al sociale Manuela Lanzarin. Aggiungendo che “ci rende particolarmente orgogliosi, perché attesta l’efficienza, la professionalità, le capacità organizzative di un sistema sanitario di qualità e in crescita, capace di dare risposte ai cittadini, non solo negli ospedali presenti sul territorio, ma anche nei distretti sanitari e sul fronte della prevenzione”.

“Nei tre ambiti che sono stati presi in considerazione – ha rimarcato Lanzarin – i risultati sono ottimi”.  Ha poi sottolineato che: “Particolarmente positivi gli esiti della valutazione sull’organizzazione distrettuale e la medicina territoriale, dove la Regione Veneto ha investito ingenti risorse per l’assistenza domiciliare, le cure palliative, l’assistenza ai non autosufficienti. A livello ospedaliero, a risultare vincente è stata l’appropriatezza dei ricoveri e i tempi di intervento rispetto ad alcune patologie”.

Il commento dell’opposizione
“Il risultato del monitoraggio dei livelli essenziali di assistenza per il 2023, pone in vetta il Veneto, ma non consente di essere letto in maniera trionfalistica”, ha dichiarato la consigliera regionale del Partito Democratico Anna Maria Bigon. Sottolineando che il miglioramento della prevenzione “va attribuito al rapporto fiduciario tra medico di famiglia e assistito”. Il quale “rischia di saltare sia alla luce delle proposte di riforma che soprattutto delle carenze crescenti tra i professionisti”.

“Anche sul fronte della assistenza domiciliare poi – ha rimarcato Bigon -, se è vero che raggiungiamo il 10% delle persone over 65 non autosufficienti, resta il fatto che le ore date a disposizione sono pochissime e che tutto il resto del fabbisogno è a carico del malato. Si tratta quindi di potenziare la medicina territoriale“. E ha aggiunto: “Le proiezioni di medio termine impongono investimenti e misure di reperimento del personale medico”. Ed evidenziando che “l’emergenza liste d’attesa rimane invariata. I Pronto Soccorso sono affollati, e obbligano i pazienti a lunghe ore di attesa a causa del personale mancante”.