Sanità, nei Livelli essenziali di assistenza il Veneto scende al quinto posto
Per il momento è un leggero pendio, che lascia il Veneto comunque fra le Regioni più virtuose d’Italia, ma i numeri dicono che i Livelli essenziali di assistenza in regione negli ultimi anni sono leggermente peggiorati, a confronto con quelli di altre regioni. La conferma viene dai dati del 2021 relativi al “Monitoraggio dei LEA attraverso il Nuovo Sistema di Garanzia“, reso pubblico ieri dal Ministero della Salute.
Va ovviamente tenuto conto che parliamo del 2021, ossia di un anno ancora influenzato dall’impatto della pandemia da Covid-19. In ogni caso in testa alla classifica ci sono l’Emilia-Romagna e la Toscana, che ormai da anni occupano posizioni di vertice. Seguono la provincia di Trento, la Lombardia e, al quinto posto, il Veneto, la regione che fino a qualche anno aveva stabilmente la prima posizione. Ultima in classifica è la Valle d’Aosta, ma vanno male anche Calabria, Sardegna, Sicilia, Molise, Campania e Bolzano.
Come funzionano i Lea
Il monitoraggio dei Lea valuta l’attività sanitaria delle Regioni attraverso una serie di indicatori: ad esempio come funzionano l’assistenza territoriale e quella ospedaliera, la capacità di governare le liste di attesa e pure di fare prevenzione. Per ogni indicatore viene assegnato un punteggio in base al raggiungimento di determinati obiettivi. La sufficienza è fissata a 60 su 100 e per l’appunto solo l’Emilia-Romagna e la Toscana raggiungono questa quota in tutti gli indicatori.
Gli indicatori sono raggruppati in tre macro aree, cioè la prevenzione collettiva e sanità pubblica; l’assistenza distretturale; e infine assistenza ospedaliera.
La situazione del Veneto
La regione governata da Luca Zaia fino a pochi anni fa otteneva spesso la prima posizione, ma i numeri del 2021 la attestano al quinto posto, a vantaggio della Lombardia che dopo il primo anno complicato di pandemia riesce a scavalcare Piemonte, Marche e, appunto, il Veneto.
Nel dettaglio, gli indicatori segnano, rispetto al 2020, un miglioramento per quel che riguarda la prevenzione (da 80,74 a 84,63) e l’ attività ospedaliera (da 79,67 a 84,65), dato comprensibile con l’attenuarsi della morsa pandemica, mentre evidenziano un peggioramento viene rilevato nella medicina territoriale (da 98,37 a 95,60) .
Il monitoraggio segnala criticità, per l’area prevenzione, negli indicatori di tipo veterinario che verificano le attività per prevenire, eliminare o ridurre la presenza di contaminanti negli alimenti di origine animale che impattano in modo diretto sulla salute dei cittadini.
Risultano invece ampiamente sopra la soglia minima i dati del 2021 relativi alle aree del territorio e la valutazione finale dell’area ospedaliera.
Per quel che riguarda il territorio, i punteggi più bassi riguardano la percentuale di ricoveri ripetuti in psichiatria e, sul versante ospedaliero, la proporzione di interventi per tumore al seno eseguiti in reparti nei quali il volume di attività è predittivo di maggiore efficacia e sicurezza delle procedure chirurgiche.