Sanità, Veneto al top per qualità dei servizi. Zaia “Dedico il primato a chi cura e organizza”
Ci sono il Veneto e l’Emilia Romagna in vetta alla classifica del ministero della Salute per i Livelli essenziali di assistenza (Lea). In coda, Sardegna e la Provincia Autonoma di Bolzano. La griglia di valutazione del Ministero (129 pagine pubblicate ieri), pubblicata ieri, fanno riferimento a due anni fa, ossia al 2018. La Griglia Lea è composta da vari indicatori e ad ognuno, a seconda dei risultati, viene assegnato un punteggio. La sommatoria dà il punteggio finale, che indica la qualità dei servizi sanitari offerti ai cittadini.
Il punteggio massimo che si può raggiungere è 225 e nel 2018 il Veneto ha raggiunto 222 punti (erano 218 l’anno prima). Seguono l’Emilia-Romagna con 221 (era a 218), Toscana con 220 (era a 216), Piemonte a 218 (era in testa con 221), Lombardia con 215 (212), Liguria con 211 (195), Umbria con 210 (208), Abruzzo con 209 (202), Marche con 206 (201), Friuli Venezia Giulia con 206 (193), Basilicata con 191 (189), Lazio con 190 (180), Puglia con 189 (179), Provincia autonoma di Trento con 185 (come l’anno prima), Molise con 180 (167), Sicilia 171 (era a 160) Campania con 170 (153), e infine Calabria con 162 (era a 136: e il suo è il più grosso balzo in avanti). Al di sotto della soglia di sufficienza di 160 ci sono Valle d’Aosta con 159 (149), la Sardegna con 145 (140) e la Pa di Bolzano con 142 (120 l’anno passato).
Per il Veneto, l’unica “pecca”, risulta essere il valore relativo alla percentuale di parti fortemente pre-termine (22-31 settimane) avvenuti in punti nascita senza Unità di Terapia Intensiva Neonatale (Utin).
“E’ un primato di cui andar fieri. Lo dedico ai veneti e a tutta la squadra che ha lavorato e lavora ogni giorno sia nella fase operativa dell’erogazione dei servizi, sia in quella della programmazione. Tutti sempre impegnati a dare il meglio, sia nei momenti di tranquillità che in quelli di difficoltà e tensione, quando occorre aver programmato bene, diagnosticare con precisione e saper curare al meglio possibile chi sta male” ha commentato il presidente del Veneto, Luca Zaia.
“Non è una classifica – aggiunge Zaia – ma un esame approfondito su un gran numero di parametri, tra i quali l’adesione agli screening oncologici, i parti cesarei, il tasso di vaccinazione, i ricoveri inappropriati e molti altri. Ottenere 222 punti su un massimo di 225, rispetto a una media nazionale di 199, significa essere riusciti a rispettare il diritto alla salute sancito dalla Costituzione, impresa che si fa di anno in anno più difficile, ancor più in questa fase storica nella quale il Covid costituisce uno stress test che fa tremare i polsi”.
“Il risultato non deve rallentare però la ricerca di migliorare – conclude il Governatore – e quindi va valutato anche come uno stimolo ad andare avanti perché in sanità chi sta fermo, in realtà arretra. Il Veneto e i veneti vogliono progredire e non ci saremmo riusciti, ad esempio, se negli anni scorsi non avessimo rinnovato e affinato la programmazione con un nuovo Piano sociosanitario e con importanti investimenti in tecnologie e organizzazione in rete”.