Il Soccorso Alpino Veneto cambia dopo 13 anni: Zandegiacomo è il nuovo presidente

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Cambio ai vertici del Soccorso alpino e speleologico Veneto: questa mattina è stato nominato presidente Giuseppe Zandegiacomo, suo vice Alberto Barbirato. Sarà quindi Giuseppe ‘Sampogna’ Zandegiacomo, appartenente al Soccorso alpino di Auronzo di Cadore, a condurre il servizio regionale per il triennio 2025-2027, affiancato da Alberto Barbirato del Soccorso alpino di Padova. Già a capo della sua Stazione, il 62enne Zandegiacomo ha ricevuto oggi nel corso dall’assemblea regionale dei capi e vice capistazione il testimone dal presidente uscente, Rodolfo Selenati, del Soccorso alpino di Feltre, al termine di 13 intensi anni di attività.

Alberto Barbirato, 45 anni, appena concluso il suo impegno da delegato della XI Zona Prealpi Venete, è stato invece eletto vicepresidente al posto di Giovanni Busato, del Soccorso alpino di Arsiero. “A conclusione di questi tredici anni di comune Presidenza – queste le parole del presidente Selenati e del vicepresidente Busato in chiusura di mandato, dopo un ampio tributo a ringraziamento dell’attività svolta da parte di tutti i convenuti – siamo orgogliosi di consegnare ai prossimi dirigenti una moderna struttura di Soccorso Alpino, con bilanci assolutamente positivi, funzionante e performante. La nostra esperienza nel 2011 è iniziata tra i mille dubbi di chi si trova investito da una cascata di adempimenti, scadenze, decisioni, sconvolta subito, nell’agosto dello stesso anno, dalla tragedia del Pelmo dove persero la vita due nostri soccorritori, Alberto e Aldo, incidente che ha segnato profondamente il nostro approccio personale con quella che, smessa la veste di Associazione, diventerà la nostra seconda famiglia. Siamo partiti nel 2011 con un’organizzazione perfettamente funzionante ma profondamente divisa nelle sue tre realtà.

Questa divisione amministrativa ma anche formativa e funzionale, è apparsa da subito evidente quale freno a una crescita veloce e comune a livello regionale. L’idea di una visione regionale di soccorso alpino è stata uno dei fili conduttori dell’opera di questa presidenza, pur nelle difficoltà dei mille campanilismi: una sfida che i futuri dirigenti dovranno sostenere per evitare di tornare ad una provincialità  fuori dal tempo. Riepilogare in poche righe tredici anni di lavoro è impresa quasi impossibile. In questi anni abbiamo incrociato dei cambiamenti storici: l’applicazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro che ha coinvolto anche la nostra associazione di volontariato, portando a dover certificare tutta la filiera delle attività operative, addestrative e formative dei nostri Soccorritori, dalla formazione, alle visite mediche, alle attrezzature individuali e di squadra. E’ stato un passaggio epocale da molti punti di vista: un salto di qualità enorme, peraltro necessario per essere riconosciuti dalla legge regionale quale riferimento esclusivo dei vari 118 territoriali per il soccorso in montagna.

Rodolfo Selenati e Giovanni Busato: presidente e vice dal 2013 sino alle elezioni di stamane

Contemporaneamente si sono intensificati i rapporti con Regione e UlSS locali, proprio in virtù di quella “regionalità” individuata dall’esterno in un unico interlocutore: è stata una collaborazione fatta di successive convenzioni progressivamente finanziate, che hanno portato a raddoppiare il bilancio della struttura regionale. Si è raggiunto un legame sempre più stretto con la Regione ben testimoniato dalla vicenda legata all’ acquisizione della nuova sede sita presso l’aeroporto di Belluno: venduta la vecchia sede, peraltro acquistata nel corso della nostra presidenza, abbiamo comperato, con il concorso sempre della Regione, lo stabile del gestore del servizio di elisoccorso dotandoci così di una sede funzionale per il soccorso e connessa al servizio sanitario regionale avendo tale stabile la possibilità di “angherare” ben due elicotteri. Da non dimenticare gli anni del Covid, quando alla già difficile gestione familiare della pandemia dovemmo far spazio alla gestione di una struttura che comunque doveva garantire un servizio e che, paradossalmente, dovette far fronte ai maggiori numeri di soccorsi mai raggiunti prima nonostante la totale chiusura! Va dato atto della fondamentale collaborazione della Scuola medica regionale che, nelle prime fasi di concitata confusione e nei periodi successivi, ha contribuito ad elaborare e ad aggiornare un protocollo di procedure e DPI che hanno permesso a questo servizio, pur tra mille difficoltà, di portare sempre a termine il proprio compito.

Abbiamo incrociato la grande riforma del Terzo Settore, ma soprattutto, in questi tredici anni, si sono consolidati i rapporti anche con gli altri attori del mondo del soccorso (Prefetture, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Comando di Brigata Alpina Julia, forze di Polizia, Protezione civile ed ARPAV) ottenendo un’importante opera di mediazione per arrivare alla redazione dei diversi protocolli regionali e provinciali, evidenziando così le competenze del Soccorso alpino, in ambiente ostile e impervio, senza però perdere di vista il peso delle varie forze in campo, evitando così inutili quanto puerili contrasti o prese di posizione estreme. Siamo convinti che il Soccorso alpino e speleologico Veneto debba rimanere prevalentemente un’associazione di volontari che prestano il loro servizio gratuitamente quale condizione “sine qua non” per sopravvivere senza perdere la propria storica vocazione Le eccezioni devono confermare la regola e noi siamo orgogliosi del nostro operato, grati ai nostri soccorritori e alle loro famiglie, ai Delegati, ai Capistazione e Vice, ai Direttori delle Scuole e a tutti gli Istruttori, per averci dato la fiducia di guidare, assieme a tutti i membri dei Consigli succedutesi nel tempo, questa associazione unica e irripetibile. Ed infine, un nostro particolare ringraziamento va al Presidente della Regione Luca Zaia, agli assessori della Sanità Manuela Lanzarin, della Protezione Civile Gianpaolo Bottacin ed al Direttore del Dipartimento Regionale SUEM-118 Paolo Rosi”.

Elezioni che sono state l’occasione per il conferimento del riconoscimento di “soccorritore benemerito” a due storici volontari del Soccorso alpino di Longarone al termine del loro percorso all’interno dell’Associazione, dettato, per statuto, al compimento dell’età di 75 anni. Giacomo Cesca, a capo della Stazione di Longarone e già vice delegato, e Palmiro Burigo, importantissima figura per l’intera delegazione Dolomiti Bellunesi, responsabile dagli esordi del Centro mobile di coordinamento impegnato soprattutto nella ricerca dei dispersi, hanno ricevuto il lungo applauso di gratitudine dall’intera assemblea, in piedi al loro passaggio.