Covid/Veneto: ricoveri risalgono dopo 40 giorni. Si teme l’inversione di tendenza
Nel culmine della seconda ondata pandemica il Veneto, suo malgrado, si è ritrovato nel ruolo di “locomotiva” in termini assoluti di contagi cercati e “scovati”, dai primi di gennaio poi è iniziata la lenta – e gradita – ma progressiva discesa fino a lasciare ad altre regioni italiani le cifre più preoccupanti. Numeri che si riflettono immancabilmente sui ricoveri correlati al Covid-19, scesi dai circa 3.400 del picco massimo a 1.200 dello scorso week end febbraio, praticamente di due terzi. Ma tornati da ieri a risalire, come indica l’ultimo bollettino regionale che traccia l’andamento dell’emergenza sanitaria in Veneto.
Il report completo più recente emesso da Azienda Zero recita infatti un aumento di 39 casi di ospedalizzazione di persone colpite dal Covid-19 che diventano quindi pazienti, al netto delle uscite per guarigione o morte. Un segno più che non si riscontrava dal 10 gennaio scorsi sul dato complessivo, certamente indicativo ma che andrà “pesato” e valutato in termini aggregati ai dati che giungeranno nel corso della settimana.
Il confronto tra domenica e lunedì denota il passaggio da 1.209 a 1.248 uomini e donne ricoverati con sintomatologia da trattare nei reparti Covid, mentre nelle terapie intensive l’incremento è dato da 7 persone in condizioni respiratorie critiche in più rispetto al giorno prima. Il dato si aggiorna così a 143 persone in rianimazione. Da ricordare che non tutti i pazienti risultano ad oggi ancora positivi, per una quota di circa due terzi sul totale (800 circa) degli accessi ospedalieri con tampone positivo al coronavirus. Ieri si sono piante 16 decessi correlati alla pandemia che miete quotidianamente nuove vittime anche in Veneto, come in tutto il mondo.
Il numero dei nuovi riscontri di positività in Veneto, che da un paio di settimane si è attestato sotto la simbolica “quota mille”, ha ricominciato anch’esso a salire in maniera sensibile. Sono stati 708 (su 10.314 tamponi effettuati), da domenica sera a lunedì sera, i nuovi positivi “certificati” dai vari laboratori delle Ulss veneto dislocati nelle sette provincie. A compensare la comprensibile preoccupazione, sia in ambito ospedaliero che in quello di gestione dell’epidemia, la constatazione che rimane comunque più alto il numero delle guarigioni (intese come negativizzazioni) rispetto a quello delle nuove entrate nel “circolo” pandemico. In Veneto sono stati colpiti dal virus cinese 327 mila cittadini dal 21 febbraio 2020: di questi 295 mila sono guariti, 9.721 sono deceduti, gli altri risultano positivi allo stato attuale.
Ma anche su questo significativo piano di osservazione del fenomeno, seppur non si registri ancora la temuta inversione di tendenza, il miglioramento “frena” a -55 attualmente positivi in meno rispetto al giorno precedente. In Veneto, ora, risultano a poco meno di 22 mila: molto lontano rispetto all’apice toccato nei giorni precedenti al Natale sopra i 90 mila contagiati in simultanea. Ma ancora distante dall’obiettivo dichiarato del Veneto Covid-free, e minato dalle minacciose varianti internazionali e da una campagna di vaccinazione rallentata dalle forniture a singhiozzo.