Terremoto al largo della costa marchigiana: due scosse rilevanti. La più forte di 5,7 gradi
Ancora la Regione Marche nel “mirino” di eventi naturali avversi, in questo caso per una o più scosse di terremoto registrate dai sismografi stamattina. Al momento è confermato che si tratta di due movimenti della crosta terrestre, il primo (e più robusto) registrato alle 7.07 di mercoledì 9 novembre con magnitudo 5,7 su scala Richter, il secondo alle 7.12 di minor entità. Epicentro nel mare Adriatico, al largo della costa pesarese.
A seguire numerose altre scosse cosiddette di assestamento. Le prime due, le più marcate, sono state avvertite distintamente anche in Veneto e nel Vicentino, come testimoniano le decine di post apparsi sui social delle testate di informazione locali: cittadini di Vicenza e provincia che hanno percepito mobili di casa tremare, lampadari con lieve oscillazione e altri tipici segnali di terremoto come l’abbaiare dei cani apparentemente senza motivo.
Non si registrano per il momento danni particolari a persone o edifici nelle Marche, ma sarà necessario attendere alcune ore per le verifiche, dove l’epicentro è stato registrato in mare aperto di fronte alla costa adriatica territorialmente in provincia di Pesaro Urbino. A una profondità indicativa stimata in 7,6 chilometri sotto il livello del mare. Per quanto concerne la distanza dalla terraferma, invece, viene registrata in 30 chilometri da Ingv, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Fano è la città più prossima all’evento sismico. Sempre secondo le rilevazioni dell’istituto Ingv, il terremoto odierno è stato percepito lungo tutto il litorale adriatico, dal Friuli Venezia Giulia alla Puglia. A scopo precauzionale sono state sospese le lezioni in classe in numerose scuole della zona e anche all’Università, come riportano le notizie Ansa. Bloccati anche alcuni treni.
“Dalla mappa della sismicità dal 1985 ad oggi – si legge nel commento sul portale – notiamo che in questa area è presente attività sismica con eventi e piccole sequenze di magnitudo moderata, come quella del giugno del 2000 con terremoti di magnitudo fino a 3.5 gradi”. Nel 1930, invece, il più terremoto grave per conseguenze fu localizzato con epicentro Senigallia, in provincia di Ancona, zona recentemente interessata da un’alluvione con vittime lo scorso mese di settembre”.