Turismo, persi 20 mila posti di lavoro. Caner: “Servono regole uguali per tutti”
Il settore turismo in Veneto cerca di rialzarsi dopo due anni di grande difficoltà dove l’occupazione è stata messa a dura prova a causa della pandemia. L’affluenza di pubblico ha visto una lieve ripresa lo scorso anno ma i numeri sono ancora lontani da quelli registrati nel 2019, anno di riferimento prima dell’emergenza sanitaria. Nel 2020 secondo i report di Veneto Lavoro sono stati cancellati 20mila posti di lavoro, mentre lo scorso anno il settore turistico ha chiuso con un -22 per cento di lavoratori dipendenti rispetto ai dati sulle assunzioni del 2019.
In merito si è espresso l’assessore al Turismo della Regione del Veneto, Federico
Caner “E’ giunto il momento di uniformare le misure di contrasto al Covid-19 in tutta
Europa, per evitare di prolungare le restrizioni fissando regole diverse rispetto agli altri
Paesi. In una parola dobbiamo evitare atteggiamenti ‘autolesionisti’ per il nostro Paese
e, piuttosto, mettere gli operatori del turismo nelle condizioni di lavorare in un clima
sereno, fornendo loro strumenti di sostegno per gestire questa fase complicata”.
L’assessore Caner commenta l’intervento del Ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, che a Rainews24 ha commentato l’attuale crisi economica del settore chiedendo un cambio delle regole. Secondo il ministro l’aumento dei costi e la confusione creata dal colore delle zone rischia di mettere in confusione chi ha intenzione di prenotare un soggiorno nelle nostre località, rischiando di vederli scegliere altri paesi. Servono, quindi, regole che uniformino i vari paesi per non rimanere penalizzati una volta che la situazione si dovesse sbloccare.
“La strada descritta dal Ministro Garavaglia, con il quale l’interlocuzione è ottima e
continua – prosegue l’Assessore – è quella che la Regione del Veneto ha più volte
indicato. Misure come la cassa integrazione Covid, così come la decontribuzione per le
imprese del settore sono di certo necessarie per gestire questa fase in cui l’epidemia,
anche per effetto della variante Omicron e le conseguenti restrizioni, è tornata a pesare
sul settore. I costi fissi, così come il caro energia, sono un macigno sull’intero
comparto turistico, fiaccato da due anni di pandemia”.
“Dietro questi numeri ci sono persone, intere famiglie che hanno fatto del turismo la
loro attività e c’è tutto un sistema che da solo produce oltre 18 miliardi di euro
–conclude Caner -. Uniformare le condotte dei diversi Paesi sul fronte delle regole è
necessario per favorire anche l’arrivo dei turisti dall’estero di cui si è sentita la
mancanza tanto nelle destinazioni di montagna, quanto nelle città d’arte, forse tra le
più colpite da questa terribile pandemia”.