Un anno fa la tragedia della Marmolada: il ricordo di Nicolò, Tommaso, Filippo, Paolo, Davide, Erica ed Emanuela
Un anno fa crollava inaspettatamente un pezzo del ghiacciaio della Marmolada.
Erano le 13.45 di domenica 3 luglio dell’anno scorso: 78mila metri cubi di ghiaccio e sassi si riversarono improvvisamente a valle a 300 chilometri l’ora, a causa delle alte temperature in quota.
Quella massa travolse diverse cordate di alpinisti, e provocando la morte di 11 persone, sette delle quali vicentine, e quattro feriti.
Morirono la guida alpina Paolo Dani di Valdagno, il giovane papà di Malo (cresciuto a Isola Vicentina) Filippo Bari, il thienese (e residente a Zanè) Tommaso Carollo, la bassanese di origine Manuela Piran (oltre al fidanzato trevigiano Gianmarco Gallina), la coppia di Cittadella con attività a Tezze sul Brenta composta da Erica Campagnaro e Davide Miotti (anche lui guida alpina), e il più giovane tra i vicentini, Nicolò Zavatta, il 22enne di Barbarano Mossano. Un tributo altissimo per la nostra provincia. Due, invece, i sopravvissuti rimasti feriti e che hanno perso qualcuno di caro nel crollo delle centinaia di metri cubi sulla Marmolada.
Parenti delle vittime e i feriti erano presenti oggi alla messa e alle celebrazioni in ricordo, a Passo Fedaia.insieme alle istituzioni e a tanti soccorritori.
“Nel solco di questa roccia tanto amata, nella stretta del candido ghiaccio avete lasciato la vita. A voi il nostro più caro ricordo e la nostra preghiera”. Questo riporta la targa posta accanto alla statua in legno della Madonna dell’aiuto, per ricordare la 11 vittime della slavina a Passo Fedaia, ai piedi della Marmolada.
“Andare in montagna, sfidare l’imponenza della ‘regina delle Dolomiti’, è un atto di libertà e di responsabilità. È anche per questo motivo che le montagne vanno lasciate aperte, così come è sempre stato” ha osservato il presidente della Provincia, Maurizio Fugatti al termine della cerimonia, evidenziando come “chi governa e chi amministra deve tener conto dei cambiamenti mettendo tutto l’impegno possibile affinché quell’atto di libertà e di responsabilità individuale non porti a tragedie come quella che stiamo commemorando”.
Il sindaco di Canazei Giovanni Bernard ha ricordato i “drammatici momenti, carichi di dolore e tensione” dopo il crollo del ghiacciaio. “I soccorritori hanno dimostrato anche in questo contesto coraggio, preparazione e forza d’animo; ognuno con la propria divisa ma operando unitamente come una grande famiglia. Come autorità locali abbiamo il compito di gestire un territorio e un ambiente unico e fragile: dobbiamo preservarlo e farlo progredire, nonostante non sia facile in un periodo di cambiamento sociale e ambientale. La strada che stanno affrontando familiari e amici delle persone che lassù hanno perso la vita, è ancora in salita. Siamo qui in tanti al vostro fianco, per affrontare questa strada insieme, come una cordata che sale la parete della Marmolada”.