Vaccini, per il Consiglio di Stato l’obbligo vale anche in Veneto. Zaia: “Lo rispettiamo”
Anche in Veneto va applicata, da subito, la nuova legge nazionale sui vaccini. Lo dice il Consiglio di Stato, in risposta al quesito che era stato presentato dalla Regione Veneto: “Già a decorrere dall’anno scolastico in corso, trova applicazione la regola secondo cui, per accedere ai servizi educativi per l’infanzia e alle scuole dell’infanzia, occorre presentare la documentazione che provi l’avvenuta vaccinazione” fanno sapere da Roma i massimi giudici amministrativi.
Alle conclusioni (scaricabili integralmente qui) del Consiglio di Stato il presidente regionale Luca Zaia ostenta tranquillità, e ricorda che è comunque in essere anche il ricorso della Regione alla Corte Costituzionale: “Il parere al Consiglio di Stato sulle modalità di applicazione della legge nazionale sui vaccini lo avevamo chiesto noi, quindi ne rispettiamo totalmente le conclusioni. Resta in piedi – aggiunge il governatore – il nostro ricorso alla Corte Costituzionale, che è anche stato aggiornato sulla base della conversione nella legge 119 del Decreto Lorenzin sull’obbligatorietà dei vaccini, la cui discussione è stata fissata dalla Consulta per il 21 novembre 2017 in udienza pubblica”.
Sul tema si scatena l’opposizione del Pd, in consiglio regionale e in Parlamento. “Zaia, che aveva proposto una moratoria biennale sull’onda delle proteste, poi sospesa, è servito – attacca la consigliera veneta Alessandra Moretti – È un’altra vittoria di quei genitori che stanno lottando per i diritti di tutti i bambini. Nonostante il diffondersi delle fake news sul web, il dibattito pubblico ha visto il prevalere della scienza sugli stregoni, tanto che il numero di quanti ritengono giusta l’obbligatorietà di tutte le vaccinazioni è cresciuta di 24 punti percentuali nel giro di pochi mesi”. Duro anche il deputato Filippo Crimì: “E’ ormai chiaro come Zaia abbia semplicemente cercato di lucrare qualche voto da quei genitori contrari. Questa risposta del Consiglio di Stato dimostra come il presidente del Veneto tenti sempre di strumentalizzare politicamente ogni intervento del Governo. Forse sarebbe più indicato che cercasse talvolta di mantenere un atteggiamento serio e uno spirito di leale collaborazione tra istituzioni”.