Vicentino vuole suicidarsi nel Brenta: salvato dalle acque gelide da un migrante-eroe
Sta andando al lavoro in bicicletta, vede un uomo che sta per annegare nelle gelide acque del Brenta e si tuffa per salvarlo. E’ l’eroico gesto di un migrante senegalese, che ha consentito di salvare la vita a un vicentino di 68 anni, deciso a suicidarsi.
Sta facendo il giro d’Italia la storia di Ousmane Cissoko, magazziniere di 21 anni che ieri mattina alle otto mentre andava in bicicletta al lavoro a Limena (Padova), ha visto una donna sbracciarsi sopra un ponte pedonale tra Cadoneghe e il quartiere di Mortise (periferia nord di Padova) e, senza pensarci due volte si è spogliato e gettato nelle acque gelide: un uomo originario del Vicentino ma residente nel padovano, infatti, si era lanciato nel fiume con l’intento di farla finita e stava per annegare.
Mentre sul posto, all’altezza della passere pedonale Virginio Benetti, arrivavano carabinieri, vigili del fuoco e ambulanza, Ousmane – arrivato in Italia attraversando il Mediterraneo – è entrato nell’acqua gelida dopo essersi tolto gli indumenti più pesanti e ha raggiunto l’aspirante suicida, ormai privo di sensi, e lo ha tirato a riva, aiutato poi da un carabiniere rimasto sull’argine. Il giovane, è stato asciugato e riscaldato dai soccorritori, che si sono complimentati con lui per il grande coraggio. Il 69enne è ora ricoverato in gravi condizioni all’ospedale di Padova.
Il giovane eroe, arrivato nel nostro paese a soli 18 anni dopo essere passato per l’inferno libico per una pericolosa traversata, è passato per diversi centri di accoglienza, fra cui quello di Bagnoli ed poi è riuscito a regolarizzare la sua posizione e a trovare un lavoro come operaio. “Ho ascoltato il mio cuore, che mi diceva di fare qualcosa per quell’uomo – ha raccontato ai giornalisti -. In Senegal vivevo vicino al mare, so nuotare. L’ho preso per mano, e camminando ci siamo avvicinati alla riva”. Riscaldato e assistito, Ousmane poi si è rivestito, ha ripreso la sua bici ed è andato al lavoro. Quanti ventenni “nostrani” avrebbero fatto altrettanto?