Zaia contro la bozza “notturna” del Dpcm: “Certe norme non stanno in piedi”.
E’ un Luca Zaia tra lo “scocciato” e il perplesso quello che si affaccia al punto stampa odierno dal consueto tavolo di Marghera. Il motivo del disagio è la lettura stamattina della bozza del nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, “arrivata stanotte alle 2.30”, come spiega il vertice dell’ente regionale, che lamenta una struttura complessiva inadeguata, in particolare riguardo alle norme previste sugli spostamenti tra regioni e tra comuni per il periodo di festività natalizie. Contestata anche l’assenza di un capitolo sui ristori alle attività più colpite dall’epidemia di Covid.19.
“Non c’è traccia dei ristori”, ha aggiunto il governatore veneto, con misure che rischiano di provocare “guerre tra poveri” e “conflitti sociali”, creando cittadini di serie A e serie B”. Il Dpcm precedentemente in vigore scade oggi, e nell’arco della giornata sarà promulgato il nuovo “pacchetto” di norme speciali in regime di emergenza sanitaria, valido fino al prossimo 14 gennaio 2021. Decadrà automaticamente l’ordinanza regionale per quanto riguarda il Veneto, con tutte le norme previste fino a oggi.
REGIONI/GOVERNO. “E’ un Dpcm che ormai è diventato un cerimoniale di corte. Le Regioni sono “sentite” come prevede l’ordinamento ma solo per modo di dire, a noi non resta che proporre dei cambiamenti che non vengono mai accolti. Oggi ci vengono chieste delle osservazioni in merito entro le 12, dopo aver ricevuto la bozza a notte fonda. Atteggiamento scorretto del Governo? A questo punto devo dire di sì, gli enti territoriali non vengono ascoltati”.
SPOSTAMENTI/VACANZE. Secondo il testo attualmente redatto a Roma – non ancora firmato dal Capo del Governo Giuseppe Conte – dal 21 dicembre al 6 gennaio saranno interdetti gli spostamenti tra le regioni. Nei giorni di festività ritenuti a più alto rischio di assembramenti – Natale, Santo Stefano e Capodanno in particolare – non si potrà uscire dai confini comunali. Confermato l’orario di coprifuoco, con divieto di circolazione al di fuori del proprio domicilio dalle 22 di sera alle 5 del mattino, salvo comprovati motivi di lavoro, di salute o di necessità. “Mi auguro che il Governo ci ripensi in queste ore. Ci sono due scenari, quello che importa di più al Veneto secondo me è di natura umana, con la mancata ricongiunzione dei parenti se non abitano nello stesso Comune. Ci potevano stare altre soluzioni, magari giustificando il ricongiungimento familiare. Poi che valga lo stesso principio per Laghi, comune più piccolo del Veneto, e una metropoli come Roma con tre milioni, non sta davvero in piedi dal punto di vista sanitario. Se passa questa linea, sul piano economico, poi, a certi ristoratori con attività in piccoli comuni conviene tenere chiuso”.