Accoltellamento fuori dal night club: denunciati in sei, quattro sono militari Usa
Gli agenti della Questura ha chiuso il cerchio attorno ai responsabili dell’accoltellamento avvenuto lo scorso 6 febbraio nei pressi del Boys di Vicenza: all’esterno del noto night club si erano affrontati a botte e pugni due gruppi di persone, uno composto da militari statunitensi di stanza a Vicenza, l’altro da pregiudicati locali. Il diverbio era iniziato nel locale ed era diventato una vera e propria rissa quando le persone coinvolte erano uscite.
In quell’occasione un 22enne italiano – le cui iniziali sono N.A.M. – era rimasto ferito da un’arma da taglio che gli ha provocato una lesione alla milza che i medici del pronto soccorso cittadino, immediatamente intervenuti in soccorso dell’accoltellato, avevano giudicato guaribile in trenta giorni.
Le indagini erano scattate immediatamente, condotte dalla squadra mobile in collaborazione con i carabinieri Setaf Vicenza e con la Criminal Investigation Command Usa. Sono così stati presto identificati ed acquisiti indizi nei confronti di quattro soldati americani (H.J.J., C.C.A. e S.T.J., tutti e tre ventenni, e F.A.C. di 23 anni) e di due cittadini italiani (N.A.M. di 22 anni e B.A.J. di 23). I sei giovani sono ora indagati in stato di libertà per il reato di rissa aggravata e, per quel che riguarda i quattro militari statunitensi, anche per lesioni personali aggravate.
Nel corso della mattina di mercoledì 23 marzo i poliziotti della squadra nobile hanno quindi perquisito, su decreto del magistrato, le abitazioni dei quattro indagati, sottoponendoli anche a perquisizione personale, a caccia di ulteriori elementi investigativi. A carico dei sei indagati il questore Paolo Sartori ha anche emesso altrettanti divieti di accesso ai pubblici esercizi, vietando loro di accedere ai night e ai locali notturni di Vicenza per un anno. “Il fatto che si è verificato lo scorso 6 febbraio è stato di una gravità inaccettabile – afferma Sartori e il nostro intervento, pertanto, al di là degli aspetti investigativi che hanno consentito di individuare i presunti responsabili, ha voluto porre argine ad una problematica già sanzionata in passato, che ha creato non poche preoccupazioni sotto il profilo dell’ordine e della sicurezza pubblica. Ho ritenuto pertanto che i divieti di accesso in locali pubblici emessi rappresentino un provvedimento idoneo a sanzionare e prevenire per il futuro questo genere di illegalità”.