Acqua è vita. L’associazione Aid4Mada tende una mano da Vicenza al Madagascar
L’obiettivo è fornire un accesso libero, gratuito e quotidiano all’acqua potabile, in una zona del sud-ovest del Madagascar intorno alla città di Tulear. Come? Attraverso la costruzione di una rete di pozzi come quello inaugurato lo scorso 14 febbraio in un villaggio scolastico e come altri 10 in via di ultimazione, grazie alle donazioni di aziende e di tanti privati, buona parte di quali vicentini. Così come i promotori – e fondatori – del progetto Aid4Mada e dell’associazione Mondobimbi Veneto, che lanciano un appello a 360° per continuare a distribuire acqua. Che una volta avvicinata alle labbra delle famiglie malgasce si traduce in salute, in speranza, in vita.
L’acqua è vita non a caso è il nome associato all’iniziativa in corso. L’accesso ad un bene “ordinario” per chi vive all’occidentale, invece prezioso, salvifico e faticoso da raggiungere nelle regioni dell’emisfero sud. Come nell’isola del Madagascar, dove nelle aree semidesertiche la carenza di acqua potabile è stata per decenni e continua a rappresentare la principale causa di malattie come tifo, peste e malaria, mai del tutto debellate.
Su un piano meno cruento ma significativo, a provvedere all’approvvigionamento quasi sempre sono donne e bambini, costretti a camminare per chilometri per accedere alle fonti idriche. Da qui l’idea di affiancare alle altre attività solidali dell’associazione Mondobimbi (adozioni a distanza, assistenza sanitaria e costruzione di scuole e alloggi per studenti) anche gli scavi e l’installazione di pozzi idrici, accolti come una manna dal cielo dagli abitanti.
Il primo edificato grazie a parecchi fondi provenienti da Vicenza e dintorni, sito proprio nel villaggio studi chiamato Afaka, e una seconda fase operativa avviata la scorsa estate 2018 e che prevede la consegna di dieci impianti idrici entro Natale, situati in ambienti rurali intorno a Tulear. Ormai ci siamo. Una volta completata la rete, saranno “serviti” circa 100 mila abitanti e ben 8 mila famiglie. Con costi di realizzazione sostenuti in misura del 60% grazie ad una sovvenzione erogata dall’azienda che gestisce il servizio idrico Acque del Chiampo spa e anche grazie alla solidarietà dei singoli, oltre ai proventi di un torneo di calcio a 5 amatoriale disputato in estate.
Tutto concorre, tutto serve. E tutto scorre, come l’acqua che in Madagascar sta tornando ad essere fonte di vita, non più habitat malsano dove si sviluppano batteri e morbi, e che si vuole diffondere il più possibile. Da qui, in prospettiva futura, la volontà di erigere altri 50 pozzi entro il 2022, così come annuncia la fondatrice e coordinatrice di Aid4Mada, Nicole Zengiaro.
Per tutta la vita. “L’obiettivo di medio termine dell’associazione è realizzare un piano quinquennale che ci porterà entro il 2022 a costruire 50 pozzi che possano garantire l’accesso gratuito per tutta la vita all’intera popolazione della città di Tulear e delle aree limitrofe. Per questo motivo a dicembre lanceremo una campagna di crowdfunding per finanziare i prossimi 10 pozzi che abbiamo intenzione di costruire nel 2019, e speriamo che i nostri sostenitori ci diano una grande mano per continuare a realizzare questo progetto importantissimo per la popolazione malgascia”.