Addio al dottor Mariani, medico d’emergenza e… Angelo “custode” degli Alpini
Nemmeno lui, medico esperto che in quarant’anni di carriera ne ha affrontate di ogni tipo con il camice indosso, ha potuto erigere un muro contro la malattia che lo aveva colpito da qualche mese, in maniera subdola e improvvisa. Il dottor Angelo Mariani, vicedirettore della centrale operative del Suem di Vicenza, ha chiuso per sempre gli occhi a 67 anni di età, proprio mentre si apprestava ormai nel corso dell’estate a salutare tutti i colleghi in vista della sua pensione.
La costernazione è profonda e diffusa ovunque tra le corsie all’ospedale San Bortolo e all’ex seminario vescovile di Vicenza, luogo dove da febbraio scorso ha sede la centrale operativa provinciale del Suem 118, la nuova “casa” del servizio di pronto intervento che ogni giorno, grazie ai suoi validi collaboratori, li vede adoperarsi per salvare le vite dei vicentini. A dirigerlo il collega dott. Federico Politi, costernato come i colleghi e il personale in ogni mansione per la perdita del “braccio destro”, collega e amico: tutti unanimi nel ricordarlo come un uomo disponibile e pronto a tendere una mano.
Proprio tra questi brillava il nome del dottor Mariani, specialista in anestesia e rianimazione, primo per abnegazione all’incarico e punto di riferimento per tutti, anima di Suem 118 e persona che ha lasciato anzitempo il reparto di pronto intervento a soli due mesi dal riposo garantito dal pensionamento, che sarebbe giunto dal 1 settembre di quest’anno in corso. Le sue condizioni di salute, purtroppo, sono precipitate in giorni recenti sino a strapparlo all’affetto dei familiari, degli amici e di chi con lui condivideva fino a poche settimane fa la lotta a caotica e quotidiana di una “prima linea” della salute, dove un’esitazione in più può costare una vita e un’intuizione preziosa invece salvarla.
Uno degli angeli, ben al di là del suo nome di battesimo, che salvaguardano la salute dei vicentini, in tanti e non solo nel capoluogo nell’apprendere della dolorosa dipartita dello stimato medico specialista di terapia intensiva. Il quale, inoltre, dedicava sistematicamente alcune giornate del suo tempo libero agli Alpini, onnipresente alle adunate territoriali del Nord Italia non solo per godersi lo spirito delle grandi feste ma mettendosi a disposizione come volontario nel servizio di assistenza. Anzi, sobbarcandosi il peso e la responsabilità dell’organizzazione del servizio sanitario per le emergenze, mettendo così a disposizione la sua professionalità maturata in oltre 40 anni di carriera medica. Era infatti membro di una commissione nazionale e iscritto al Gimca – il Gruppo di Intervento Medico Chirurgico Alpino – come medico volontario e coordinatore unico delle Squadre Sanitarie.
In passato nella sua carriera aveva prestato servizio all’interno del carcere “Due Palazzi” di Padova ma anche a Sandrigo a supporto di pazienti affetti da disabilità, nell’allora Ulss 6. Dalla sua nascita, poi, ha sempre fatto parte della “squadra sanitaria” dell’Ulss 8 Berica, e ne costituiva uno dei pilastri operativi riconosciuti. Il funerale del vice primario, che lascia la moglie Gabriella e tre figli adulti oltre ai due adorati nipoti, si terrà domani mattina alle 10 nella chiesa di Monticello Conte Otto, paese dell’hinterland berico dove viveva a aveva costruito la sua famiglia.