Addio al prof al quale “batteva forte il cuore” insegnando la filosofia. Gli ex alunni non lo hanno lasciato solo
Non è rimasto solo a sfogliare l’ultima pagina del libro della sua vita il professor Umberto Gastaldi, la cui storia, con sullo sfondo la filosofia, aveva commosso molta gente toccando il cuore anche a chi l’ha incontrato a Vicenza, all’ospedale San Bortolo. Proprio tra le corsie dell’ospedale veneto, dove si trovava in cura, era stato rintracciato da alcuni ex studenti di un liceo di Torino che, dopo averlo scoperto come “persona sola”, lo hanno accudito e assistito fino all’ultimo.
Esaudendo anche il desiderio espresso dall’uomo – di 82 anni di età – di tornare un giorno nella capitale Roma, dove aveva insegnato nei primi anni di docenza, dove è poi spirato nei giorni scorsi. Ieri, all’Istituto Villa Valeria, si è celebrato il funerale dell’amatissimo prof di filosofia, attorniato da quei suoi ex allievi che grazie a lui e alla tecnologia moderna si erano ritrovati – il riferimento è alla chat su whatsapp – e avevano concordato di stargli vicino fino all’ultimo. “Quando insegnavo mi batteva forte il cuore” soleva dire agli amici.
L’insegnante-filosofo, è evidente, aveva lasciato il segno in ciascuno di loro. Ai tempi del Liceo Gobbetti di Torino ragazzi e ragazze maturandi sul trampolino di lancio verso l’età adulta. Era la classe quinta sezione D. Ed era l’anno 1980, quello dell’ultima foto di classe fatta tutti insieme, un ricordo prezioso oggi più che mai all’indomani delle esequie del loro “prof”. Grazie ai social, qualcuno tra loro era rimasto in contatto con il prof. Gastaldi, il quale, nel frattempo, aveva scelto la città di Vicenza come luogo dove vivere e trascorrere gli anni della pensione, giunta nel 2008.
Improvvisamente, a gennaio del 2023, egli aveva smesso di aggiornare la sua pagina e di rispondere ai messaggi. Destando subito la preoccupazione di una delle ex studentesse alla quale era rimasto molto legato e che si era messa sulle sue tracce. Ritrovandolo infine in ospedale, al San Bortolo, in un reparto Covid. Dopo la degenza, l’insegnante – come riporta un servizio sulla vicenda nel Corriere del Veneto – Umberto Gastaldi era tornato qualche mese dopo proprio a Torino, ospite di una casa di cura, per poi esprimere la volontà di scrivere le sue ultime pagine a Roma, dove aveva vissuto per 20 anni, lavorando al Liceo Cavour, nel Rione Monti, il più antico liceo scientifico della “città eterna”. Anche qui, altri ex alunni, si sono fatti avanti per dare assistenza negli ultimi mesi, sapendolo malato.
Lo scorso 16 ottobre il professore era tornato a scrivere sulla sua pagina Facebook dopo mesi di assenza, “celebrato” da tanti per il suo ritorno. Della vicenda si stanno occupando anche più testate nazionali, e la trasmissione di Rai 3 “La Buonasera”, visti i significati profondi che porta questa storia. L’ultimo e forse il più profondo: una sua ex allieva, Nicoletta, anche lei laureata in filosofia e insegnante, a Roma gli ha stretto la mano fino al momento del trapasso, non lasciandolo mai solo. A nome e con il calore di tutti coloro che da lui avevano appreso qualcosa di talmente prezioso e inscalfibile da travalicare il tempo in questi 40 anni e oltre, e anche il confine tra la vita e la morte.