Mezzalira: “Alla siccità ci dovremo abituare: la sfida è trattenere ogni goccia di pioggia”
“Un forestale prestato all’agricoltura”. Si definisce così Giustino Mezzalira, direttore ricerca di Veneto Agricoltura, ospite ai microfoni di Radio Eco Vicentino nella puntata dedicata ai Comuni.
Un uomo d’azione, laureato in Scienze Forestali all’Università di Padova nel 1982, con all’attivo oltre 40 anni di attività professionale dedicata ad un settore divenuto quantomai d’interesse stante la crisi climatica perdurante: “Nella mia attività sono sempre stato un po’ anomalo come forestale – commenta Mezzalira – lavorando sempre a bassa quota e partendo soprattutto dal discorso della piantumazione di alberi come baluardo contro polveri sottili e ondate di calore”.
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Un lavoro che passa attraverso il mantenimento del patrimonio arboreo esistente oltre che verso appunto l’attività di piantumazione di nuovi arbusti specie nella fascia collinare e di pianura dove scarseggiano: “Significativa a questo proposito l’iniziativa ‘Ridiamo un sorriso alla pianura‘ che ha visto grazie il fattivo contributo di molti cittadini veneti, la messa a dimora di oltre 150mila alberi autoctoni in tutta la regione: un’iniziativa che potrebbe diventare normata a partite dal 2024.
Preoccupa però la mancanza d’acqua con precipitazioni sempre più sporadiche: risorse idriche che diventano indispensabili per agricoltura e allevamenti. “L’anno scorso è di fatto servito per una comune presa di coscienza – spiega ancora Mezzalira – sul fatto che serve attivarsi ad esempio con piccole e medi invasi di raccolta, penso in zona al famoso progetto del Bacino di Meda nel comune di Velo d’Astico. Ma accumulare l’acqua in superficie non basta: c’è un enorme quantità di acqua anche nel sottosuolo, che va assolutamente trattenuta. Certo poi va ripensato anche il modo di fare agricoltura, con ad esempio meno coltivazioni che abbisognino di grandi risorse idriche: questo senza trascurare il fatto che, come avviene anche al Sud, si dovranno tenere coperti i campi, tipo per il foraggio, anche nel periodo invernale. Per l’estate, al contrario, invece del mais passare al sorgo: questo naturalmente accompagnato da un più efficiente sistema di irrigazione a goccia, molto meno dispendioso ma comunque valido”.
Iniziative che nonostante lo sforzo profuso, non esonereranno almeno nell’immediato da situazioni di difficoltà, come il bestiame fatto rientrare anzitempo dagli alpeggi in Altopiano. “I dati ci dicono che inequivocabilmente avremo sempre più estati asciutte – asserisce il direttore ricerca di Veneto Agricoltura – perciò lavorare per trattenere ogni goccia che cade al suolo è la sfida. Un cambio di paradigma: dall’acqua di cui liberarsi, all’acqua come risorsa per cui impegnarsi tutti, imprese, ma anche singoli cittadini. Ognuno di noi può fare la differenza”.