Traumi cranici, se ne parla a scuola per sensibilizzare i giovani
Com’è la vita dopo una grave lesione cerebrale? Cosa significa affrontare un percorso di riabilitazione? Queste alcune delle domande che verranno affrontate durante i progetti formativi rivolti alle scuole di Brain Associazione Traumi Cranici, realtà che dal 1993, attraverso i servizi presenti nella propria struttura “La Rocca” di Altavilla Vicentina, si occupa di percorsi riabilitativi per persone con cerebrolesioni acquisite. A parlare di questi temi agli studenti saranno proprio coloro che, dopo un incidente, si trovano a far fronte a difficoltà che prima non avevano.
Con il nuovo anno scolastico, infatti, ripartono le formazioni di Brain nelle classi del territorio. Il comune di Vicenza, infatti, ha inserito nel Piano dell’Offerta Formativa Territoriale il progetto “Testa o croce”. Rivolto ai ragazzi di terza media e delle scuole secondarie di secondo grado, prevede incontri tra gli studenti e alcune persone che, dopo un incidente, hanno dovuto intraprendere un percorso di riabilitazione con Brain e che si trovano ora a far fronte a difficoltà che prima non avevano.
Il racconto diretto di queste esperienze ha lo scopo di sensibilizzare gli studenti sulle possibili conseguenze dei comportamenti rischiosi mentre si è alla guida di un’auto, di una bicicletta o di un motorino come il mancato utilizzo del casco o delle cinture oppure l’abuso di alcolici e sulle conseguenze del trauma cranico che porta a problemi cognitivi, comportamentali, emotivi, motori e sociali. Allo stesso tempo, il “Testa o croce” intende smentire i pregiudizi sul trauma cranico e sulla disabilità attraverso occasioni di confronto con persone che hanno una disabilità acquisita. “Il progetto – spiega la presidente dell’associazione Brain, Edda Sgarabottolo – mira a produrre benefici anche nei confronti dei traumatizzati che partecipano agli incontri, perché diventano cittadini attivi promotori di messaggi di prevenzione e, allo stesso tempo, hanno l’occasione di usufruire di esperienze riabilitative delle proprie funzioni cognitive e degli aspetti relazionali, comportamentali e sociali”.
A tutte le scuole superiori è invece rivolto il progetto “Disabilità e successo”, promosso in collaborazione con Aics e con la compagnia “Teatro Stabile Assai” del carcere di Rebibbia. Anche in questo caso le protagoniste sono persone con cerebrolesione acquisita seguite da Brain che, in alcuni casi accompagnate da famigliari, incontrano gli studenti per portare la loro testimonianza. “L’accento non viene principalmente posto sulla prevenzione degli incidenti stradali ma, soprattutto, sul rischio di isolamento sociale in cui può incorrere una persona traumatizzata e, quindi, sull’importanza del mantenimento di un’efficace rete di relazioni” sottolinea la psicoterapeuta di Brain, Ilaria Locati. All’interno del progetto, i detenuti di Rebibbia propongono uno spettacolo teatrale su temi civili e inerenti alla legalità. Il filo comune che li lega agli ospiti di Brain è quello della volontà di riprendere in mano la propria vita dopo un evento che l’ha pesantemente segnata.
“Siamo aperti a nuove collaborazioni con le scuole – aggiunge la presidente di Brain che nei suoi percorsi coinvolge anche i famigliari di chi è in riabilitazione, al fine di sostenere le relazioni che inevitabilmente vengono messe a dura prova da questi dolorosi eventi –. Siamo convinti dell’importanza della sensibilizzazione su questi temi, che riguardano purtroppo un numero molto elevato di persone e di famiglie. Ed è soprattutto tra i giovani che bisogna fare leva”.