Arte e dintorni – La “Gaia Gioventù” vicentina degli anni Trenta in mostra a Palazzo Chiericati
Le sale ipogee del Museo civico di Vicenza stanno ospitando una mostra che racconta l’amicizia, l’arte e la letteratura di una decina di giovani, che coltivavano il talento e la ricerca della modernità. Sorto attorno a Neri Pozza all’epoca scultore e ad Antonio Barolini poeta, il gruppo comprendeva anche i pittori Italo Valenti, Maurizio Girotto, Bruno Canfori detto “Candide”, Dino Lanaro e Otello De Maria, lo scultore Gastone Panciera e, unica donna, la pittrice Nerina Noro.
Nati tra il 1908 e il 1912 e legati da una forte amicizia, questo gruppo animò la vita culturale vicentina (e non solo) con opere e iniziative d’arte, attività editoriali e concerti tra gli anni Trenta e Cinquanta.
Sostanzia questo sodalizio un centinaio di opere esposte, provenienti dalle raccolte civiche cittadine e da collezioni private italiane ed estere. Dipinti, sculture, incisioni, documenti, fotografie e testimonianze editoriali dialogano tra loro, nelle diverse stanze, come echi di conversazioni dal passato rievocate dai ricordi degli amici.
Sei le sezioni del percorso. Si è accolti nelle sale ipogee nello spazio che introduce ai temi e ai personaggi della mostra dalla scultura di Neri Pozza, esposta per la prima volta, “Pierina”, che incanta con una bellezza delicata. Si parte dai pannelli con la cronologia degli eventi e dai ritratti dei protagonisti dell’esposizione.
La Vicenza degli anni Trenta, ritratta nelle foto in bianco e nero, è il palcoscenico che fa da sfondo alle amicizie, alle avventure, alla goliardia della loro formazione culturale e artistica, all’entusiasmo verso la ricerca di un nuovo linguaggio.
L’insofferenza sia verso la tradizione artistica accademica sia verso il movimento “Novecento” di Margherita Sarfatti, che a Vicenza aveva in Ubaldo Oppi un rappresentante di spicco, si nota nelle opere di questi artisti che raccolsero la sfida lanciata dalle avanguardie europee, cariche dei colori accesi dei post-impressionisti e dei Fauves e delle visioni introspettive degli inizi del secolo.
I ritratti eseguiti con l’occhio affettuoso tra gli amici del gruppo sono declinati spaziando tra tecniche e sperimentazioni, mentre i paesaggi silenziosi della città e delle campagne sostanziano la ricerca di un linguaggio essenziale che alterna registri diversi e anime eterogenee.
La mostra comprende anche un vasto nucleo di dipinti dell’artista italo-svizzero Italo Valenti (1912-1995). La sua opera Matrimonio in piazza del 1938, scelta come immagine-simbolo dell’esposizione, rende l’euforia di questa gaia gioventù (come scriveva Antonio Barolini in un suo verso). Un’allegra primavera di vita e d’arte, che con leggerezza e passione cesella il vivace e fertile clima della Vicenza in cui si costruivano i destini di questi giovani, a dispetto e nonostante il ventennio fascista e le sue censure.
Le terrecotte e i bronzi di Neri Pozza e di Gaetano Pancera animano le sale più piccole, come in un teatro antico e sobrio, e conversano con le teche che accolgono le ardite avventure editoriali del gruppo. E’ la raccolta di poesie di Barolini, “La gaia gioventù e altri versi agli amici” del 1938 a fornire il titolo alla mostra e la sua storia è un vero e proprio tributo all’amicizia. Dopo molti rifiuti, l’opera viene affidata Neri Pozza che con questo esordio muove i primi passi nell’editoria di alta qualità. L’operazione viene sovvenzionata dagli amici e pubblicata dalle “Edizioni dell’Asino Volante”.
L’idea di cambiare la società attraverso l’impegno personale, che aveva sempre un risvolto civico, vedeva nell’opera d’arte, nella musica e nella poesia il mezzo per costruire un mondo diverso.
Un corridoio ascetico illustra la passione di Neri Pozza per l’incisione e l’amore per Vicenza, segnando un percorso ideale dell’artista che in quegli anni scelse la via dell’editoria in modo preminente.
La mostra prosegue raccontando le vicende del gruppo attraverso gli orrori della guerra e delle persecuzioni nazifasciste. Con il dopoguerra, i destini diversi e le scelte personali, maturate negli anni, allontaneranno pian piano gli amici.
L’ultima esposizione in città, ricordata da una foto di gruppo, ha il valore di un congedo che preannuncia la fine del sodalizio artistico. Ognuno troverà la propria collocazione peculiare nella società e nel panorama artistico del tempo.
Tra il calendario di eventi collaterali dedicati ai temi e ai protagonisti dell’esposizione, segnaliamo martedì 28 febbraio alle ore 18, il Consolato di Svizzera a Venezia ospita a Palazzo Trevisan degli Ulivi la presentazione della mostra, con un focus specifico sul pittore Italo Valenti, da parte dei curatori Maria Elisa Avagnina e Angelo Colla, con la partecipazione dell’architetto Mario Botta, già direttore dell’Accademia di architettura di Mendrisio.
Ideata e promossa dall’Accademia Olimpica in collaborazione con la direzione Musei Civici e con l’assessorato alla cultura del Comune di Vicenza, la mostra ha visto il contributo della Fondazione Roi e della Regione del Veneto e il sostegno di Fondazione Adone e Rina Maltauro, Agsm-Aim e Banca del Veneto Centrale.
Curata da Maria Elisa Avagnina, Angelo Colla e Stefania Portinari con la collaborazione di Giuliano Menato e Marianna Rossi, l’esposizione conta un progetto espositivo elegante e suggestivo, integrato al luogo palladiano, firmato da Mauro Zocchetta e offre al visitatore un catalogo-repertorio, edito dall’Accademia e curato per l’impostazione grafica da Giovanni Turria.
“Gli amici della gaia gioventù. Arte e poesia a Vicenza dal 1930 al 1950”
Fino al 25 aprile 2023 – ingresso gratuito
dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 17 (ultima entrata alle 16.30).
Chiuso il lunedì