Azienda vicentina non versa le ritenute per i dipendenti. Danno da 224 mila euro
Il sospetto dei finanzieri del comando provinciale, alimentato dagli esiti delle indagini tutt’ora in corso, è che i titolari di un’azienda di impiantistica elettrica di Vicenza si siano “intascati” oltre 200 mila euro destinati all’erario. Si tratta di una somma corrispondente alle ritenute fiscali che la stessa ditta nel 2017 aveva l’obbligo di versare come sostituto d’imposta dei proprio dipendenti, quest’ultimi ignari del mancato contributo.
Secondo la tesi accusatoria delle Fiamme gialle vicentine si tratterebbe di un indebito arricchimento, che rientra nel quadro di una situazione di crisi aziendale conclusa con l’avvio della procedura di fallimento a fine 2019. Sequestrati a tutela dello Stato una villetta in campagna e fondi da un conto corrente, collegato a G.B., l’indagato, in attesa della pronuncia dei giudici.
Il presunto danno alla casse pubbliche è stato quantificato in 224.281,98 euro per la precisione, dopo gli accertamenti sulla documentazione fiscale riferita all’anno 2018. Entro i termini perentori dell’anno seguente, la società di capitali vicentina – la Alfa Telematica con sede in Strada Pelosa in città – non aveva provveduto a versare il corrispettivo dovuto per legge. Da notare come si tratta di un secondo caso emerso nel corso dell’estate con modalità illecite analoghe: a fine giugno è stata oggetto di approfondimenti una società che produceva prodotti per gelaterie e pasticcerie.
Arricchimento illecito da una parte, mancato introito all’erario dall’altro, con potenziali “vittime terze” anche i dipendenti dell’azienda del capoluogo berico, senza colpa divenuti contribuenti parziali in sede di dichiarazione dei redditi. All’amministratore legale della ditta sotto indagine contestato il reato “omesso versamento di ritenute dovute o certificate”, motivo per cui il Gip ha autorizzato il sequestro preventivo, ai fini di eventuale confisca, del valore corrispondente al danno erariale arrecato alle casse pubbliche. I finanzieri hanno quindi apposto i sigilli a un fabbricato, il cui valore è stato stimato in 146 mila euro, oltre a disponibilità finanziarie per 77 mila euro “congelate” dai conti bancari ancora attivi.