Base “Del Din” di Vicenza deposito di missili a corto raggio. Si teme l’escalation militare

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Una batteria di missili V-Shorad, già stoccata dall’ottobre scorso sul territorio nazionale, sarà trasportata nel futuro prossimo nella Base Usa “Del Din” di Vicenza. La notizia, delle 18 di ieri diffusa dall’agenzia Ansa, avrebbe trovato conferma dal Governo italiano che ne ha autorizzato la movimentazione. Si tratterebbe un’operazione concordata e contenuta in un protocollo siglato lo scorso autunno nell’ambito del potenziamento delle dotazioni in Europa, Italia dunque compresa, come dimostra l’invio di un contingente di soldati Usa sul finire del 2023 sempre nel capoluogo berico.

L’entrata nella fase operativa ha suscitato in Veneto un certo scalpore, ingiustificato o meno lo diranno i fatti – e per qualcuno significa l’avvio una possibile escalation legata al conflitto in Ucraina. I missili ad alta tecnologia – a “cortissimo raggio” come vengono definiti negli ambiti militari – in pratica saranno tenuti a magazzino nell’avamposto militare americano di Vicenza, in accordo con il rafforzamento delle difese deciso in egida della Nato, pronti per lo smistamento dove e qualora fosse richiesto. Nel dettaglio, si parla testualmente di “eventuale proiezione delle forze militari degli Stati Uniti”.

La dotazione missilistica in arrivo nel capoluogo vicentino rientra nel piano di strategie sulla carta difensive, vale a dire armi contraeree di contrasto a minacce aeree a bassa quota. Ne viene escluso l’utilizzo sul territorio italiano, e, a conti fatti, la base americana a Vicenza fungerà solamente da deposito strategico. Più che l’arrivo dei missili, quindi, a preoccupare davvero sarà il momento in cui questi dovessero lasciare la base verso avamposti Nato “di confine”, questo almeno in ottica internazionale.