Basilica palladiana: Oppi, il Rinascimento “privato” e Tebe per i rilancio dell’era-Rucco
Le donne del pittore vicentino d’adozione Ubaldo Oppi, il Rinascimento privato e la magnifica civiltà di Tebe, che si sviluppò sulla sponda meridionale del Nilo, sono i tre fuochi culturali attorno a cui arderà la proposta che andrà in scene nei prossimi tre anni in Basilica Palladiana. Il post-Goldin riparte insomma dalla città-museo,con l’obiettivo di far riappropriare i vicentini dell’orgoglio della propria storia, a partire dalla bellezza della città e dei suoi monumenti, per poi raccontarne le eccellenze con grandi mostre dedicate al territorio.
Nella ritrovata “casa dei vicentini” prende avvio quindi nei prossimi mesi un ambizioso programma di grandi eventi espositivi che la nuova amministrazione di centro destra sottolinea di non voler far calare dall’alto sulla città, ma che partono da Vicenza e dal suo passato per raccontare storie universali e che sono realizzati da istituzioni culturali della città, con il Comune a capofila.
“Abbiamo chiesto al Teatro Comunale e al CISA Andrea Palladio – ha sottolineato il sindaco Francesco Rucco alla presentazione – di sviluppare un programma espositivo, lavorando con giovani talenti dai grandi musei internazionali, dal Getty Museum di Los Angeles al Museo Egizio di Torino, dalla St. Andrews University di Edimburgo a Ca’ Foscari Venezia, dalla Fondazione Cini alla Frick Collection di New York e al Victoria and Albert di Londra”.
Il primo appuntamento è per la fine del 2019: in Basilica, dal 6 dicembre al 13 aprile 2020 andrà in scena, in collaborazione con l’Accademia Olimpica, “Anni Venti. Una donna moderna. Lo sguardo di Ubaldo Oppi, mostra curata da Stefania Portinari. Dal 5 dicembre 2020 al 5 aprile 2021, sarà la volta di Rinascimento privato, per la curatela di Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Xavier Salomon. Chiude il ciclo, dall11 dicembre 2021 al 18 aprile 2022, Tebe nel Nuovo Regno, affidata a Christian Greco, il vicentino direttore del Museo Egizio di Torino.
Tre mostre che, negli obiettivi degli organizzatori e dei curatori, sanno coniugare il rigore scientifico alla originalità e all’attrattività. Caratteristiche capaci di coinvolgere un pubblico vasto, motivandolo a scoprire la magnifica città per cui sono state concepite.
E la Basilica Palladiana, “la più bella sede espositiva dellintero Mediterraneo, non sarà più annullata come si trattasse di un contenitore qualsiasi: l’allestimento assicurano gli organizzatori sarà progettato in armonia con lo spazio interno, facendone un efficace alleato della bellezza dellesposizione. E anche durante le mostre, ai visitatori sarà concessa la visita del grande Salone, come impone il suo riconoscimento come monumento nazionale.
La Basilica Palladiana è senza dubbio il simbolo della città, nata nel Cinquecento dall’alleanza fra un’imprenditoria colta e cosmopolita e il genio di Andrea Palladio. Il rilancio della città parte insomma dalla Basilica, d’ora in poi aperta tutto l’anno al pari del Teatro Olimpico e degli altri musei vicentini, visitabile dai sotterranei del percorso archeologico fino alla terrazza panoramica al di sopra del secondo ordine di arcate. E se Vicenza è unica al mondo per essere stata disegnata da un solo architetto, Andrea Palladio, visitarla significa “vedere” il Rinascimento, immersi nella città ideale sognata dai suoi architetti. Per di più, ha le dimensioni di un museo: il corso principale di Vicenza è lungo quanto un’ala del Louvre.