Bazar di droghe assortite, lo smercio costa 3 anni a un 52enne. Pena sospesa per una donna
E’ giunta la sentenza di condanna definitiva per il grossista originario della Serbia che deteneva e smerciava un vero e proprio bazar di droghe a Vicenza e nell’hinterland, vedendosi sequestrare sostanze illecite assortite per un valore approssimativo di circa 40 mila euro. Avvalendosi anche di giovani corrieri al dettaglio, tra cui una ragazza vicentina di Montebello finita sotto inchiesta. Fino a quando non sono rimasti incastrati nella rete lanciata dalla Guardia di Finanza di Vicenza, che nelle score ore ha reso noto l’esito conclusivo della vicenda giudiziaria, con la condanna per entrambi dopo le indagini avvallate dal giudice Barbara Maria Trenti.
Si tratta di Slavisa Dakic, oggi 52 anni, cittadino serbo raggiunto dall’ordine di arresto alla sua attuale residenza di Monticello Conte Otto, e di Giulia Ortolan, all’epoca dei fatti domiciliata a Montebello Vicentino, nata nel 1991. Per entrambi la condanna è “nero su bianco”, ma mentre il primo citato dovrà scontare la sua pena in carcere, per la donna è stata invece sospesa.
I fatti risalgono al febbraio del 2018, quando nella disponibilità di Dakic in un alloggio in corso Padova a Vicenza i finanzieri trovarono 12,5 grammi di cocaina, 206 grammi di hashish suddivisi in due panetti, 340 grammi di marijuana, 8 spinelli già confezionati, 151 grammi di metanfetamina, 697 pasticche di ecstasy di diversa forma e colore, tre bilancini di precisione e vario materiale per il confezionamento dello stupefacente. Non si faceva mancare praticamente nulla il “distributore” di sostanze illecite, tra l’altro già conosciuto dalle forze dell’ordini per altri precedenti di polizia e legami con gli ambienti vicentini della droga. A inchiodarlo, allora, furono la due perquisizioni portate a termine dalle Fiamme Gialle, su si lui e infine nel suo domicilio di allora. Per il grossista, già detenuto, sono stati disposti 3 anni di reclusione e 14 mila euro di sanzione, oltre al salasso delle spese legali e di custodia a lui addebitate.
La ragazza veronese di nascita ma che viveva allora a Montebello, in sua compagnia, venne trovata in possesso di 12 grammi di cocaina suddivisa in dosi e di un panetto di hashish di 102 grammi, imputata per uso non esclusivamente personale come invece asseriva la donna. Versione evidentemente non ritenuta veritiera dall’organismo di giustizia vicentino, che l’aveva denunciata a piede libero a quei tempi e in seguito condannata a 8 mesi di detenzione e 2 mila euro di multa, con beneficio della sospensione della pena. Rimanendo di fatto libera, a tutt’oggi, salvo successivi nuovi problemi con la giustizia.
L’attività delle Fiamme Gialle ha così interrotto l’attività di spaccio illecito nel mercato di sostanze stupefacenti anche di tipo sintetico, per il pusher del capoluogo berico. Che disponeva di un giro di clienti affezionati che secondo i finanzieri “acquistavano la merce, con grave danno per la loro stessa salute e per l’incolumità della pubblica cittadinanza con la quale essi venivano in contatto”. Le sostanze stupefacenti, come ordinato dal giudice, dopo la sentenza sono passate dal regime di confisca alla distruzione.