Al controllo degli agenti si tuffano nella roggia. Identificati tre clandestini cinesi
Un edificio di lunga data, fatiscente e gravato da varie violazioni, in cui vivevano in 12 persone, tutte di nazionalità cinese a fianco del laboratorio di confezioni di capi d’abbigliamento. Sei di loro sono state effettivamente trovate all’interno dell’immobile di via Ponte, a Bolzano Vicentino. Anzi, tre – tutti clandestini – sono stati ripescati dalla roggia che lambisce l’abitazione, dopo essersi tuffati in acqua alla vista dei cinque agenti di polizia locale del consorzio Ne.Vi. all’ingresso. Per ciascuno di loro è scattato il provvedimento di espulsione dal territorio italiano, in cui avrebbero vissuto – a loro dire e attraverso la traduzione di un interprete – da almeno 15 anni senza fissa dimora nè un lavoro stabile.
Il sopralluogo e la verifica sono avvenuti alle 7 del mattino di giovedì scorso, in seguito ad un precedente controllo avvenuto il mese precedente (in data 6 aprile). Un secondo blitz motivato dal sospetto che a fianco di un laboratorio di sartoria gestito da imprenditori cinesi fossero ospitati dei connazionali in numero non conforme all’effettiva capienza dell’edificio. Oltre che in soprannumero, in condizioni igieniche precarie e con alloggi offerti a stranieri in posizione irregolare, situazioni che poi si ripercuotevano in ipotesi nel lavoro nero a pochi metri di distanza.
Una volta suonato il campanello dell’abitazione, gli agenti giunti dalla sede di Sandrigo hanno notato trambusto all’interno dei locali, sfociato nel maldestro tentativo di fuga dal retro di un terzetto, gettatosi in acqua per sfuggire al controllo. Due degli ex vigili presenti, però, dalla loro postazione hanno assistito al tuffo fuori programma, raggiungendo su un ponticello due uomini e una donna per metà immersi nel canale e invitandoli a uscire dal fossato.
I tre fuggiaschi privi di documenti e di permesso di soggiorno nel territorio dello Stato sono stati accompagnati presso gli uffici del distaccamento di Sandrigo e, tramite un interprete, sono stati sentiti. Ai limiti del drammatico il loro racconto, in attesa di riscontri oggettivi: un’esistenza caratterizzata da stenti e clandestinità prolungata. Vivrebbero in Italia dal da almeno 15 anni, infatti, senza alcuna apparente fonte di reddito e una dimora fissa. I tre sono stati in seguito condotti presso l’ufficio Immigrazione della Questura di Vicenza e presso il gabinetto provinciale di Polizia Scientifica, al fine di sottoporli ad identificazione mediante foto segnalamento ed avviare le pratiche per la loro espulsione.
Si tratta di L.H. (maschio, 45 anni), Z.J. (maschio 50 anni) e Z.D. (donna, 50). Quest’ultima accompagnata dalla polizia locale a Roma nel Centro di Permanenza per i Rimpatri per l’espulsione diretta. Ai due uomini, invece, è stato notificato il provvedimento di rimpatrio in autonomia.
Il proprietario dell’immobile (J.K. di 49 anni) è accusato favoreggiamento dell’immigrazione clandestina oltre all’apertura di altri procedimenti amministrativi per violazioni sulle norme legate all’ospitalità e di carattere urbanistico.