Mancano permessi e abilitazioni, la scuola dell’infanzia è abusiva: apposti i sigilli
Sono stati i carabinieri vicentini del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Vicenza a porre i sigilli a uno stabile di Rettorgole a Caldogno dove da alcuni mesi venivano ospitati dei bambini all’interno di un centro di nido per l’infanzia, affidati alla sorveglianza di maestre ed educatrici senza le necessarie “carte in regola”. Un’attività di baby sitting che di fatto costituiva una scuola per l’infanzia almeno secondo gli ispettori.
Si parla di esercizio abusivo della professione dell’attività messa in piedi da una coppia di coniugi nella struttura calidonense, la cui denominazione è “Nanny’s House“. Essendo le indagini ancora in corso, i proprietari hanno la facoltà di presentare la documentazione richiesta per dimostrare di aver agito nell’alveo delle regole del settore.
Fino a pochi giorni fa, prima dell’intervento esecutivo su ordine della Procura di Vicenza, erano fino a 40 i bambini ospitati nella scuola materna irregolare secondo il disposto di sospensione dell’attività. Di età compresa tra i 3 mesi e i tre anni nella sezione “nido”. Numerosi i servizi di appostamento messi in campo dai carabinieri del lavoro, mirati ad accertare i sospetti che vertevano sull’asilo non autorizzato in quanto non sarebbero state ottemperate tutte le formalità richieste per l’abilitazione.
“L’attività investigativa – si legge nella nota del comando provinciale – ha consentito di accertare la mancanza dei requisiti previsti dalla normativa per l’attivazione di strutture per l’infanzia quali la Scia da depositare al Comune, l’iscrizione negli appositi elenchi della Regione Veneto e l’assenza di qualifica di educatore da ottenere mediante la frequenza di appositi corsi, da parte dei gestori”.
Titolare del fascicolo d’indagine è il sostituto procuratore Angelo Parisi, che ha accolto gli esiti degli ispettori e quindi ordinato la chiusura temporanea dell’attività a fini di lucro, aperta dalle 6.30 del mattino e fino alle 17 seguendo le esigenze dei genitori dei bimbi ospitati quotidianamente in cambio di un corrispettivo mediamente calcolato in 250 euro.
L’intero stabile è stato quindi posto sotto sequestro preventivo, in attesa di sanare la posizione dei titolari, comunque denunciati per l’esercizio ritenuto abusivo dell’attività di cura e sorveglianza dei minori, inoltre in potenziale danno ad altre strutture analoghe invece in regola con permessi e corsi di abilitazione.