Capi griffati celati in giro per Vicenza: è la caccia al tesoro del trapper Mambolosco
Una vera e propria caccia al tesoro tra i quartieri di Vicenza che ha scatenato decine di fans alla ricerca di borse piene di abiti e scarpe griffati (capi particolarmente costosi, ad esempio di Gucci, Maison Margiela e Nike). Mambolosco, giovane stella nascente della trap Made in Vicenza, l’ha lanciata ieri pomeriggio dal suo profilo Instagram, che vanta oltre 220mila follower. Non serve dire che il prezioso bottino è finito nelle mani di chi si è precipitato per primo e in pochi minuti sui luoghi esatti (peraltro rivelati nei video del trapper), in centro nei pressi del liceo Lioy, ai Ferrovieri, a San Lazzaro, alla cittadella degli studi. Certo si trattava di magliette, felpe e scarpe usate, abiti che il nostro non aveva voglia di buttare o rivendere. “Spero di aver fatto felice qualcuno. Ogni tanto bisogna anche dare, oltre che ricevere”, spiega il trapper in una story su Instagram.
Una “restituzione” di un po’ della fortuna ottenuta grazie al successo? O semplicemente un’operazione di marketing, magari in vista dell’uscita del suo disco a settembre? In ogni caso il 29enne Mambolosco, all’anagrafe William Miller Hickman III, sembra aver già imparato quali sono le mosse giuste per far schizzare in alto i numeri delle visualizzazioni e dei like sui social, oltre che per riempire di pubblico le sue esibizioni live.
D’altra parte il ragazzo ci sa davvero fare, “gocciola sugo”. Per i meno esperti il sugo è la parola utilizzata per descrivere qualcuno che si presenta con stile, sicuro di sé, circondato da un alone di successo. E come negli USA quando uno è troppo figo dicono “he’s drippin’ sauce”, lui “gocciola sugo”. E di “sugo” ne serve per costruirsi, come sta facendo, una folgorante carriera nella trap, il genere musicale derivato dal rap che da qualche anno spopola tra i più giovani.
Mambolosco è la figura di spicco all’interno della Sugo Gang, fenomeno nato insieme a Nashley, Edo Fendy, Kerim e il produttore Nardi, tutti originari di Vicenza e provincia. Una carriera iniziata postando video su YouTube (tra gli altri “Mama I did It Again”, in collaborazione con Luscià e “Come se fosse normale” realizzato con Nashley). Il trapper vicentino, di padre americano e mamma italiana, ha utilizzato la sua capacità di parlare sia l’italiano che l’inglese a suo vantaggio, costruendo un linguaggio musicale che unisce la trap italiana alla wave americana. I testi parlano di droga, ribalta improvvisa, lusso, edonismo, riscatto, raccontati spesso con termini d’importazione come “gang”, “flex”, “bitch”, e ultimamente “sauce”, in italiano “salsa” o, appunto, “sugo”.
La notorietà arriva con i singoli “Me lo sento” feat. Nashley e “Guarda come flexo” feat. Edo Fendy, brano da oltre 7 milioni di visualizzazioni su Youtube. Un talento riconosciuto dalla scena trap “che conta”, visto che Mambolosco ha trovato posto all’interno della 777 Entertainment (l’etichetta della Dark Polo Gang). Da poco ha annunciato di aver completato il suo primo album, che si intitolerà “Arte”, e uscirà il 13 settembre per Virgin Records (Universal Music Italia). Che sia l’occasione giusta, dopo aver “dato”, per tornare a “ricevere”?
Andrea Fasulo