Carne in provetta: c’è il via libera negli Usa, Made in Italy a rischio con l’arrivo del cibo sintetico
E’ molto più che un duro sfogo, Coldiretti Vicenza non vuole nemmeno sentir parlare di cibo sintetico ed è pronta a combattere con tutte le proprie forze, e quelle degli associati, per urlare il proprio dissenso ad una pratica che, se dovesse arrivare in Italia, cancellerebbe decenni di duro lavoro del comparto agroalimentare. Una situazione che oltre a recare danni ingenti ai produttori potrebbe far finire sulle nostre tavole alimenti prodotti in laboratorio perdendo così il contatto con la genuinità e il Made in Italy, apprezzato in tutto il mondo. In queste ore si registrano in molte regioni d’Italia prese di posizione contro la “carne creata in laboratorio”, oltre a Vicenza ci sono Forlì, Genova, Ravenna, Campobasso e molte altre si uniranno nei prossimi giorni. Secondo un’indagine effettuata da ColdirettiIxé il 68% degli italiano, cioè quasi 7 su 10, avrebbero espresso il proprio parere negativo sul cibo prodotto in laboratorio.
“Siamo attivi da qualche giorno per la raccolta firme per dire No al “cibo” sintetico, in quanto occorre sensibilizzare rapidamente la cittadinanza, prima che sia troppo tardi. Il fatto che in Usa sia stato dato il primo via libera alla “carne” in provetta, infatti, fa comprendere quanto sia prossimo il rischio che sulle nostre tavole finiscano dei prodotti di laboratorio che nulla hanno a che fare con il vero cibo”. Queste le parole del direttore di Coldiretti Vicenza, Simone Ciampoli, che ribadisce l’intenzione, dell’associazione che raggruppa i produttori, di smuovere le coscienze dei cittadini attraverso una raccolta firme che può diventare determinante per il futuro di ciascuna persona.
La notizia che arriva da oltre oceano è di quelle che lasciano senza parole, per la prima volta negli Stati Uniti è stata autorizzata per il consumo umano la carne in provetta. A darne notizia sono Coldiretti e Filiera Italia, dopo l’annuncio della Food and Drug Administration (Fda), di aver approvato un prodotto a base di carne ottenuto da cellule animali proposto dalla Upside Foods, un’azienda che produce pollo sintetico raccogliendo cellule da animali vivi che vengono moltiplicate in un bioreattore. “Si tratta – sottolineano Coldiretti e Filiera Italia – della prima autorizzazione al consumo umano di cibi in provetta rilasciata dall’Autorità alimentare statunitense che rischia di aprire la strada a scenari preoccupanti”.
“L’avvenuta approvazione negli Stati Unti potrebbe aprire presto la strada – secondo Coldiretti e Filiera Italia – ai “cibi sintetici” nell’Unione Europea, dove già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue. Una preoccupante novità contro la quale si schiera il 75% dei consumatori, che non sarebbe disposto a portare a tavola nel piatto la “carne” di Frankestein, secondo gli ultimi dati del Crea, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi economica”.
Per scongiurare l’approdo del cibo prodotto con cellule di animali è partita la grande mobilitazione di Coldiretti, Filiera Italia e Campagna Amica contro un cibo che definire tale diventa offensivo nei confronti degli allevatori che prestano la propria vita alla cura del bestiame. Il via alla raccolta di firme su tutto il territorio nazionale, segna l’inizio della lunga battaglia per fermare una pericolosa deriva che mette a rischio il futuro della cultura alimentare, delle campagne e dei pascoli oltre che dell’intera filiera del cibo Made in Italy. La petizione può essere sottoscritta negli uffici Coldiretti, nei mercati di Campagna Amica ed in tutti gli eventi promossi a livello nazionale e locale. L’obiettivo è promuovere una legge che vieti la produzione, l’uso e la commercializzazione del cibo sintetico in Italia, dalla carne prodotta in laboratorio al latte senza mucche fino al pesce senza mari, laghi e fiumi. Prodotti che potrebbero presto inondare il mercato europeo sulla spinta delle multinazionali e dei colossi dell’hi tech.
“Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing – sottolinea Coldiretti Vicenza – puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione”.