Caro benzina, controlli delle Fiamme Gialle nel Vicentino: 6 distributori “irregolari”
La Guardia di Finanza berica come del resto in tutta Italia ha concluso in questi giorni un primo “screening” anti speculazione sulle stazioni di rifornimento di carburante della provincia, andando a stanare i gestori furbetti che avrebbero applicato aumenti di prezzo della benzina non giustificati. Turbando il mercato di settore e riportando quindi in ipotesi un potenziale illecito guadagno.
Inoltre sarebbero emerse alcune irregolarità formali relativamente all’esposizione dei prezzi di vendita e delle comunicazioni obbligatorie al Ministero dello Sviluppo Economico. Sei le pompe individuate e di conseguenza sanzionate con multe per svariate migliaia di euro, ubicate in tre comuni vicentini: il capoluogo Vicenza, Asiago e Dueville. Nominativi e marchi commerciali non sono stati resi noti dal comando provinciale, che assicura nuovi controlli al fine di tutelare i consumatori.
Oltre ad eseguire numerosi controlli per verificare eventuali aumenti ingiustificati dei prezzi dei carburanti nelle stazioni di servizio, gli ispettori del 115 si sono dedicati a verifiche nei punti vendita di generi alimentari di prima necessità: sono stati controllati decine di supermercati e di distributori stradali di dislocati su tutta la provincia: 40 in quest’ultimo caso con, come sopra accennato, il riscontro dei casi di irregolarità nel solo settore della vendita di carburante.
“Nel particolare e delicato momento storico, che risente dell’attuale congiuntura economica, ulteriormente condizionata dalla crisi russo-ucraina – si legge nella nota del comando di Vicenza – viene mantenuta alta la guardia della Guardia di Finanza su eventuali condotte connesse a improvvisi rincari dei prezzi, soprattutto dei beni di consumo energetici. Con lo scopo di contrastare e scoraggiare eventuali manovre speculative, i militari hanno intensificato l’ordinaria attività di controllo sui prezzi dei carburanti e sugli altri generi di consumo, verificando gli obblighi relativi all’esposizione dei prezzi di vendita dei beni e all’effettuazione delle previste comunicazioni al Ministero dello sviluppo economico.
In questo contesto, in considerazione delle misure di contenimento dei prezzi al consumo, adottate dal Governo in relazione alla riduzione delle accise, giova evidenziare che le frodi alle accise arrecano gravi danni alle entrate dello Stato ma soprattutto sensibili effetti distorsivi alle regole della libera concorrenza, a danno della stragrande maggioranza degli operatori economici onesti”.