Colpo “scenografico” mancato alle Poste. 50enne era evaso dai domiciliari per tentare la rapina
Si trovava già in cella, in virtù dell’evasione dagli arresti domiciliari, compiuta per mettere in atto un maldestro piano criminale, l’autore della tentata rapina all’ufficio postale di via Cattaneo a Vicenza città, episodio salito alle cronache nel mese di ottobre. A distanza di 60 giorni le indagini sviluppate dai Carabinieri del Radiomobile hanno portato a far convogliare definitivamente le accuse su un 50enne, pluripregiudicato di lungo corso e di nazionalità italiana, verso il quale l’altro martedì è stato spiccato un mandato di arresto su ordine della Procura.
Non sono servite le manette stavolta né delle ricerche per “scovarlo”, visto che l’indagato, con gravi indizi di colpevolezza, si trovava già recluso in una stanza di sicurezza del carcere di San Pio X. Le sue iniziali sono T.P., rese note dal comando provinciale dell’Arma, ad oggi persona indagata e imputato in sede di giudizio nel prossimo futuro.
Il “colpo” mancato risale a giovedì 5 ottobre scorso. Uno sconosciuto si era presentato agli sportelli delle Poste cittadine con fare minaccioso e il volto parzialmente travisato da una mascherina chirurgica e occhiali da sole, indossando sul capo un singolare cappello “da pescatore”, circostanza che non lo faceva affatto passare inosservato. Di sicuro lo sbandato di turno si era preparato all’incursione visionando film e serie tv, visto che aveva fatto irruzione urlando come un forsennato frasi quali “questa è una rapina!”, alla presenza anche dei clienti oltre che di addetti ai lavori. Oltrepassato lo spazio riservato agli impiegati postali, poi, li minacciava tenendo una mano sotto la pettorina rinfrangente che indossava, facendo intendere di nascondere un’arma sotto i vestiti.
Il suono dell’allarme, attivato dai dipendenti, lo ha fatto però desistere: il malvivente si è dato alla fuga con un pugno di mosche, di corsa, utilizzando un’automobile che non aveva parcheggiato lontano, notata da più persone. Si è poi risalito alla sua identità, per scoprire che il 50enne già con condanne pendenti avrebbe dovuto trovarsi all’interno delle mura domestiche, in quanto soggetto agli arresti domiciliari.
Al rientro a casa si era trovato già una pattuglia dei Carabinieri, facendosi trovare con gli stessi abiti indossati nella tentata rapina, e perdendo quindi il diritto alla misura attenuata della “reclusione” presso il proprio domicilio. Quel giorno, infatti, era a tutti gli effetti evaso, compiendo un nuovo reato.