Frode fiscale nel settore metalli: le Fiamme Gialle “congelano” quasi 350 mila euro
Le carte contabili di un’azienda di lavorazione metalli destinati all’oreficeria e ad altri settori con sede a Motta di Costabissara avevano destato più di qualche dubbio alle Fiamme Gialle vicentine, che nei giorni scorsi hanno così portato a termine gli accertamenti di natura fiscale nei confronti di tre imprenditori vicentini.
Si tratta di figure dirigenziali di spicco che si sono alternate nel passato recente nel ruolo di legali rappresentanti della Exe Metal Srl nel corso del triennio 2015/2017. Ditta bissarese specializzata nella lavorazione di metalli (anche preziosi) e produzione di articoli di vario genere, su cui verte l’indagine dei finanzieri e dal 2019 in liquidazione.
Dopo aver ipotizzato la presenza di alcuni reati di natura fiscale e presentato il fascicolo di indagine in Procura a Vicenza, gli uomini della “GdF” sono riusciti a ottenere del Tribunale di Vicenza la disposizione di un sequestro preventivo di beni per 343.570,89 mila euro per la precisione. Denaro in conto corrente e altri beni non specificati che rimarrà quindi “congelato” fino al termine del processo, a tutela dell’erario pubblico.
Per quanto riguarda le persone fisiche coinvolte l’attenzione delle Fiamme Gialle è stata concentrata sugli amministratori della ditta con stabilimento in via Fermi a Costabissara: si tratta di C.P., 54 anni di Caldogno, e M.T., 58enne di Vicenza, che si sono alternati alla guida dell’azienda tra il 2013 e il 2019. Coinvolto nelle indagini anche W.G, 67enne con indirizzo noto a Bressanvido, ma che di fatto vive a Cuba da tempo. I primi due citati sono ritenuti dai finanzieri come responsabili di un articolato “giro” di fatturazioni fittizie, un sistema noto del sottobosco economico-finanziario che mira a dimostrare la consistenza di operazioni commerciali che, al contrario, non sarebbero mai sussistite, allo scopo di non versare i contributi di legge sul reddito usufruendo di detrazioni di fatto non dovute.
Il terzo nominativo, quello di W.G, che risulta titolare di due attività imprenditoriali in Italia (commercio di auto e riparazioni meccaniche), avrebbe emesso le fatture sotto ispezione della Guardia di Finanza vicentina, consentendo la condotta illecita ricostruita nelle indagini dell’azienda di Costabissara. E ricavandone, secondo il quadro accusatorio imbastito dagli inquirenti, a sua volta un beneficio monetario che sarà probabilmente quantificato in seguito nel corso dell’eventuale processo.