Costo dei carburanti, prodotti alimentari sugli scaffali sempre più cari
Situazione sempre più complessa per aziende e famiglie. Il continuo aumento dei prezzi, unito alla difficoltà di reperire materie prime, sta mettendo in seria difficoltà la stabilità economica della nostra provincia. Il grido d’allarme lanciato da Coldiretti Vicenza è un segnale che deve far riflettere. Come se non bastasse, la corsa dei carburanti che non cenna a fermarsi incide sugli alimentari che finiscono negli scaffali con aumenti in media, a maggio, del 7,5%. Gli oli alimentari di semi hanno toccato +70,2%, il burro +22,6%, fino alla pasta che ha raggiunto +16,6%. Coldiretti stima che nel 2022 i rincari costeranno alle famiglie italiane 8,1 miliardi in più per la spesa alimentare.
“La situazione si fa sempre più complessa per le aziende agricole e per le famiglie –commenta Coldiretti Vicenza-. L’aumento dei prezzi dei carburanti, con riflessi su tutto il paniere di consumo dei cittadini, infatti, incide pesantemente sulla spesa quotidiana. E, nonostante i prezzi al campo dei prodotti agricoli siano sostanzialmente rimasti invariati, i cittadini trovano sugli scaffali di vendita gli stessi prodotti di un anno fa a prezzi ben più alti”.
Coldiretti Vicenza stima che la pesante situazione economica del vicentino, ma che naturalmente tutto il Paese sta vivendo, è profondamente segnata dai costi di trasporto considerando che, l’85% delle merci presenti sugli scaffali, viaggia su strada.
“Se i prezzi per i cittadini si impennano, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove – sottolinea Coldiretti Vicenza – più di un’azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben un terzo del totale nazionale (30%) si trova costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano, infatti, aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio. L’impatto dell’impennata dei costi per l’insieme delle aziende agricole supera i 9 miliardi di euro”.
Le imprese italiane devono inoltre affrontare un pesante deficit logistico per la carenza di infrastrutture per il trasporto merci con un gap di competitività che penalizza il sistema economico nazionale rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea. In Italia il costo medio chilometrico per le merci del trasporto pesante è pari a 1,12 euro a chilometro, più alto di nazioni come la Francia (1,08 euro/chilometro) e la Germania (1,04 euro/chilometro, ma addirittura doppio se si considerano le realtà dell’Europa dell’est come la Lettonia, la Romania o la Polonia secondo l’analisi di Coldiretti su dati del Centro Studi Divulga (divulgastudi.it). “Si tratta di un aggravio per i nostri operatori economici superiore dell’11% rispetto alla media europea – aggiunge il direttore di Coldiretti Vicenza, Simone Ciampoli – ed ostacola lo sviluppo del potenziale economico del Paese, in particolare per i settori per i quali il sistema della logistica risulta cruciale, come nel caso del sistema agroalimentare nazionale, punta di eccellenza dell’export Made in Italy”.
“In tale ottica il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) può essere determinante per agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “l’importanza di dotare il paese di una riserva energetica sostenibile puntando sulla filiera del biometano agricolo da fonti rinnovabili con l’obiettivo di arrivare a rappresentare il 10% del fabbisogno della rete del gas nazionale”.