Crisi Svt, Nardin: “Scuole chiuse il sabato”, ed è polemica, ma i sindacati sospendono lo sciopero

Continua a tenere banco il dibattito relativo alla carenza di personale di Svt. La scorsa settimana i consiglieri provinciali di minoranza (primo firmatario Mattia Pilan, anche consigliere comunale in Comune a Vicenza) aveva presentato un’interpellanza in merito alle difficoltà della società vicentina di trasporto pubblico che avevano portato a dicembre la società del trasporto locale (compartecipata da Comune e Provincia di Vicenza) a avvertire i dirigenti scolastici del rischio di non poter garantire in futuro il trasporto degli studenti nei sabato.

Il dibattito in consiglio provinciale
L’interpellanza era incentrata sulla carenza di autisti e le difficili condizioni di lavoro al personale. Ieri, lunedì 3 febbraio, è arrivata la risposta di Andrea Nardin in sede di consiglio provinciale. Per rispondere alla situazione di crisi di Svt, il presidente della Provincia ha ribadito la proposta di tenere chiusi gli istituti scolastici il sabato. Ed è scoppiata la polemica.
“Non è intenzione né della Provincia, né del Comune, né di Svt, entrare nel merito dell’organizzazione formativa dei ragazzi. Tuttavia – ha replicato Nardin di fronte ai consiglieri provinciali – la chiusura delle scuole il sabato consentirebbe a Comune e Provincia di recuperare importanti risorse nelle spese di riscaldamento, illuminazione e trasporti. La chiusura il sabato consente infatti di ridurre il numero di autobus in circolazione con abbattimento dei costi energetici e sostenibilità ambientale”.

Mancano 30 autisti: scuole chiuse il sabato?
A proposito della carenza di autisti (ne mancano una trentina, secondo i sindacati), Nardin ha ricordato che “sono stati fatti numerosi bandi ed è stata anche lanciata l’iniziativa della patente gratuita, e altri bandi sono in programma, ma l’esito non è stato quello sperato. Il problema c’è in tutto il Paese e il nord soffre più del sud”. Ciononostante, continua il presidente della Provincia, “Vicenza ha una situazione migliore rispetto ad altre province venete dove c’è stata una compressione dei servizi: da noi il servizio pubblico è adeguato”.
Tornando alla chiusura delle scuole, “su 56 istituti 46 hanno già organizzato la settimana in cinque giorni. Se si riuscisse tutti assieme ad andare verso la totalità andremo a risparmiare tante risorse da reinvestire nelle scuole. Per il 2025-2026 verrà garantito il servizio regolare, ma per il 2026-2027 sarebbe ottimale una riorganizzazione. In ogni caso – conclude Andrea Nardin -, nessuno studente rimarrà a piedi”. Una replica che non ha convinto Mattia Pilan: “È assurdo che un ente pubblico anziché garantire un servizio, chieda alle scuole di chiudere”.

La situazione del trasporto pubblico vicentino finisce sotto i riflettori anche del gruppo Pd del Veneto. “Il caso della Svt di Vicenza rappresenta l’ennesimo esempio della miopia della destra in tema di mobilità”, denunciano i consiglieri regionali Jonatan Montanariello e Chiara Luisetto. “Le responsabilità – proseguono i due consiglieri – stanno in capo al governo, che ha messo una manciata di spiccioli sul Fondo nazionale trasporti. Ma in questo scenario pesano in modo determinante le scelte fatte dal governo Veneto, che in questi 15 anni non ha investito direttamente per il settore”.

Le reazioni della politica
Una denuncia alla quale si aggregano anche i socialisti vicentini. “Dalla Provincia continuano ad arrivare risposte non adeguate a risolvere i problemi di Svt”, afferma il segretario provinciale del Psi Luca Fantò. “Recuperare risorse, risparmiare, abbattere i costi, sono le parole usate dal presidente Nardin. Parole più adatte ad un’azienda privata, legittimamente orientata al profitto piuttosto che ad una società pubblica che ha (dovrebbe avere) come obiettivo quello di offrire un servizio in grado di rispondere alle necessità dei cittadini”. Conclude Fantò: “Noi socialisti di Vicenza ci impegneremo per portare la questione all’attenzione degli organi nazionali e auspichiamo che la Provincia sappia impegnarsi, più che nel tentativo di risparmiare, nella ricerca dei fondi necessari a risolvere i problemi degli studenti e dei lavoratori”.

Lo stato di agitazione dei dipendenti
Nel frattempo, gli autisti di Svt sono entrati ufficalmente in stato di agitazione. Le sigle sindacali avevano minacciato uno sciopero che avrebbe messo ulteriormente in difficoltà il servizio. Per scongiurare tale scenario, era previsto per oggi pomeriggio, martedì 4 febbraio, un incontro in prefettura fra azienda e sindacati. A seguito dell’incontro le organizzazioni sindacali hanno accettato di sospendere lo stato di agitazione.

“Ringrazio il Prefetto per la preziosa mediazione – commenta il presidente di Svt Marco Sandonà -. Pur nel rispetto delle rispettive posizioni e interessi di parte, una volta di più è emersa la volontà comune di affrontare alcune tematiche, come il rafforzamento degli organici, la sicurezza del personale e l’equiparazione economica dei contratti pre e post fusione con Aim, per la quale l’azienda aveva già avviato da tempo un percorso. È stata chiesta la mia presenza ai prossimi incontri con i sindacati e ho dato di buon grado la mia disponibilità, nell’ottica di dimostrare anche così la vicinanza e l’attenzione di Svt nei confronti di tutto il personale. Sappiamo che l’attuale contesto pone molte sfide alle aziende di trasporto pubblico locale, non solo a noi, ma sicuramente un dialogo costruttivo e trasparente rende queste sfide più accessibili”.

Gabriele Silvestri