David e Francy, in tandem sul Cammino di Santiago a 4 anni dall’arresto cardiaco
Un cuore e un tandem, lungo il Cammino di Santiago di Compostela, insieme ad un’altra coppia per il proprio viaggio di nozze. Il primo giro di pedali, questa mattina 21 agosto da Burgos, in Spagna, con destinazione finale Finsterre ai primi di settembre. Loro sono i vicentini David Tosin, 36 anni, e Francesca Bellandi, di 33, e la loro storia d’amore, di bici e di fede merita davvero di essere raccontata.
David e Francesca infatti si conoscono in Caritas Diocesana di Vicenza, nel 2016: lei è educatrice nel sociale e fa la volontaria con un gruppo di giovani a Casa Santa Lucia in via Pasi; lui, sebbene sia ingegnere di formazione, fa l’operatore lì, nel servizio per le persone senza dimora e in stato di grave emarginazione. La scintilla scocca subito e “la Frà” e “Tosin” iniziano a fare coppia fissa. La loro vita svolta però bruscamente una notte di fine dicembre del 2016, quando il cuore di David, a soli 30 anni, decide di fermarsi improvvisamente. Quando Francesca si accorge che è in arresto cardiaco, allerta il 118, ma è chiaro che l’ossigeno non arriva già al cervello: David rischia di morire. I medici avviano le manovre rianimatorie e poi si lanciano in ambulanza verso l’ospedale San Bortolo: la situazione è davvero critica. David resta un mese in coma, fra la vita e la morte. La sua fibra forte, l’amore di Francesca e dei suoi familiari, la vicinanza dei molti amici che si ritrovano tante volte insieme in parrocchia a pregare per lui fanno però un piccolo miracolo. Per David, Francesca (e tutti quelli ispirati come loro dalla fede) Qualcuno ha evidentemente deciso che c’è una chiamata a cui rispondere, un compito da svolgere, e non se ne può andare proprio ora.
Dopo la rianimazione, inizia un percorso lento di miglioramento, perché l’arresto cardiaco ha provocato un’anossia cerebrale e bisogna vedere fino a dove potrà spingersi il recupero: cinque mesi di riabilitazione intensiva in ospedale, un giorno dopo l’altro, una piccola conquista dopo l’altra, senza sapere dove è fissata l’asticella, cercando di portarla sempre un po’ più in là. Quando la situazione si stabilizza, il quadro è chiaro: David per il resto della sua vita dovrà fare i conti con una grave agnosia visiva, ossia i suoi occhi ci vedono, ma il cervello non riesce a interpretare le immagini. L’amore e la fede di David e Francesca però sono saldi e a un anno dalle dimissioni lui, appassionato di bicicletta e mobilità sostenibile, è di nuovo per la prima volta in sella alla due ruote, grazie al sostegno del suo fisioterapista Tommaso Martinolli.
David deve inventarsi una nuova vita e un nuovo lavoro, sempre nella ricchezza dell’amore che lo lega a Francy. Il ritorno alla vita passa attraverso un vecchio tandem recuperato presso la Ciclofficina di Vicenza, con il quale girano e che alla fine convince anche Francesca, che non è una sportiva. Il 30 maggio di quest’anno i due celebrano il loro matrimonio e a parenti ed amici chiedono un unico regalo di nozze: aiutarli a comprare un tandem nuovo, con il quale lanciarsi in un sogno che coltivano da tempo, ossia fare il Cammino di Santiago insieme in bici. Sarà il loro viaggio di nozze. D’altronde, la loro storia d’amore era iniziata proprio con un’uscita a piedi da La Verna ad Assisi, in Umbria e la strada li ha sempre chiamati.
Il loro sogno, per uno dei destini della vita, si era incrociato nel febbraio scorso, pochi mesi prima del matrimonio, con quello di un’altra coppia di Genova, una storia fatta di coraggio e tenacia: quella di Andrea Cadili Rispi, atleta paralimpico, e sua moglie Agnese Scutellà. Andrea, 40 anni, è affetto da una malattia molto rara, l’osteopseudoglioma, diagnosticata negli Stati Uniti nel 1992 e che comporta una forte fragilità ossea e la perdita graduale e totale della vista. Grazie al nuoto si è rialzato dalla carrozzina e ha imparato a vivere senza vedere: nel nuoto paralimpico ha vinto anche qualche medaglia a livello nazionale. “Con Andrea e Agnese ci siamo conosciuti frequentando on line un percorso per coppie – spiega Francesca – e abbiamo subito sentito di essere legati da tante cose in comune. Io e David abbiamo capito che nulla capita per caso e che avevamo incontrato qualcuno di molto prezioso. Abbiamo subito scoperto di condividere non solo una esperienza di vita similare, ma anche il sogno di andare a Santiago in bici ed eccoci qua, dopo allenamenti e mesi di preparazione, e moltissimi contatti in chat e via mail e dopo esserci conosciuti, pronti per questa avvenutura”.
667 chilometri, partenza da Burgos il 21 agosto e arrivo a Finisterre – dopo essere passati per Santiago di Compostela – il 5 settembre. Si sono dati dei soprannomi ( David il Pacifico, Francy l’Entusiasta, Andrea El Pequeno Loco, Agnese La Ansiosa) e li hanno dati ai due tandem (Wanted e AHug). Hanno chiamato la loro missione “In fila x 2 col resto di 4”, hanno cercato sponsor e creato i profili social dove potranno essere seguiti e sostenuti. Soprattutto, si sono preparati utilizzando una guida che rende il Cammino accessibile a tutti, anche a persone con disabilità. Insomma, due coppie, due tandem, quattro entusiasti della vita, due donne alla guida, due uomini al motore. La prima tappa li ha già messi alla prova: Andrea e Agnese hanno bucato e il sistema elettrico del tandem di Francesca e David ha fatto i capricci, ma loro son convinti: anche questo fa parte del Cammino.
La partenza è avvenuta a distanza di poche settimane dall’avvio, per David, di un percorso formativo che lo porta tutte le settimane, dal lunedì al venerdì all’Istituto per ciechi e ipovedenti Cavazza di Bologna, con l’obiettivo di diventare centralinista e operatore dell’informazione nella comunicazione: il nuovo corso di vita ha infatti reso necessario anche un nuovo lavoro. “Posso garantirvi – spiega David – che non ci sveglia dal coma e dicendo ‘Ah che bello! scusate del disagio!’. Ci sono voluti mesi e mesi di riabilitazione, e forse non è ancora finita, costante relazione con terapisti, tanto sostegno dagli amici e tanto affetto dai parenti. Ogni passo è una conquista: la mobilità autonoma con il bastone bianco, suonare la chitarra e poi la tastiera, destreggiarmi in casa tra vita domestica ed esperimenti culinari… Una delle conquiste più belle è stato risalire in sella e scoprire quanto è bello pedalare in due. Perché pedalare insieme non è un semplice gesto tecnico motorio, per noi è il modo di vivere la quotidianità: è ritmo, ascolto, pazienza, tempo. È sincronia, imprevisti e giusta distanza! Il nuovo tandem, regalo di matrimonio e necessario per un viaggio così impegnativo, è stato anche sottoposto ad alcune migliorie per renderlo performante e adatto alle nostre esigenze di cicloturisti in erba”.
E’ possibile seguire il viaggio di David e Francesca su Facebook alla pagina In fila per 2 col resto di 4.