Decreto Ucraina, Cavion (Confartigianato): “Per rimettere in moto l’economia servono anche incentivi”
La crisi in Ucraina dopo quasi un mese di guerra comincia a riflettere una pesante situazione a livello economico. L’emergenza riguarda non solo il conflitto bellico che si sta consumando per mano di Putin ma anche lo scambio di materie prime tra l’Italia e la stessa Ucraina. Il Governo è al lavoro per avviare piani sia economici che sociali per evitare che le nostre aziende finiscano al tappeto. Sul tema è intervenuto anche il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion, portando alcune considerazioni sul Decreto Ucraina.
“il connubio costi materie prime –commenta Gianluca Cavion– e caro energia rischiava di mettere in ginocchio molte imprese, che si stavano risollevando dopo la pandemia, incidendo non solo sugli ordinativi già fatti. C’è da considerare infatti che anche i consumatori, a fronte di bollette più care e incertezza del mercato, mostrano maggior cautela nel programmare le proprie spese. Ben vengano quindi misure che possono offrire liquidità alle aziende o per lo meno ridurre l’impatto della situazione geopolitica. Si tratterà ora di rendere concreti questi interventi evitando la solita burocrazia; per questo avevamo chiesto di prevedere direttamente in bolletta il credito d’imposta extra costi energia e tarare l’ISA (che sostituisce gli studi di settore) tenendo conto delle spese per l’energia affrontate dalle imprese”.
“Ma per rimettere in moto l’economia servono anche incentivi – continua Cavion -. La
dipendenza da altri paesi in tema di energia deve far accelerare la transizione ecologica
con strumenti, legislativi ed economici, che la favoriscano. In questo contesto si colloca
il Superbonus nella sua duplice valenza di rilancio del settore edilizio, e della connessa
filiera casa, e di riqualificazione energetica degli edifici. Ci sono poi gli investimenti in
beni durevoli ‘ordinari’ che hanno permesso a molte aziende di innovare il proprio
ciclo di produzione. Una misura che, in scadenza quest’anno, merita una proroga”.
“Per sostenere le imprese –conclude il presidente-, e con esse occupazione e benessere del Paese, accanto a interventi contingenti serve una visione a lungo termine e soprattutto che i passaggi burocratici siano ridotti al minimo. Questi due anni ci hanno insegnato che la situazione può mutare nel giro di pochi giorni; la reattività quindi del legislatore (le imprese hanno già ben mostrato la loro) deve essere altrettanto veloce facendo attenzione a intervenire sul motore dell’economia e non sprecando risorse con misure tanto ‘popolari’ quanto fini a se stesse”.