Disposta l’autopsia sul corpo dell’uomo ritrovato sull’argine. Oggi il riconoscimento
I familiari dell’uomo trovato senza vita alle 16 di ieri, sull’argine del fiume Bacchiglione in zona Stadio “Romeo Menti”, sono impegnati in queste ore nel suo riconoscimento. Una volta completata la triste procedura obbligatoria i poliziotti della questura di Vicenza potranno ufficialmente assegnare un nome certo al corpo esanime recuperato lunedì, rinvenuto a fianco della recinzione che delimita il piazzale interno del polo universitario di viale Margherita.
Si tratterebbe del cadavere di una persona che risultava dispersa da almeno 48 ore, in pratica dallo scorso fine settimana. Di età apparente tra i 55 e i 60 anni secondo quanto comunicato da Lorenzo Ortensi, dirigente della squadra mobile. Certezze a tal riguardo saranno rese note in seguito, presumibilmente tra la serata di oggi e la mattinata di domani.
Molti dubbi permangono sulle cause di morte dell’uomo – che sarebbe un vicentino residente nel capoluogo berico -, con ogni ipotesi plausibile che rimane sul tavolo almeno fino all’effettuazione dell’esame autoptico, disposto dalla Procura di Vicenza come atto dovuto viste le circostanze del ritrovamento. Ieri sulla sponda del fiume i vigili del fuoco e gli agenti non hanno potuto che osservare il medico legale constatare il decesso della vittima, risalente con ogni probabilità ad almeno 24 ore prima. Per poi lasciare spazio ai rilievi della polizia scientifica, chiamata in causa in occasioni simili per risolvere i punti interrogativi irrisolti. Proprio i pompieri, infine, hanno proceduto al recupero.
Sul come sia deceduto, si esclude solo che il corso d’acqua possa aver trascinato da monte a valle il corpo, essendo stato ritrovato nella folta vegetazione sugli argini in posizione sopraelevata rispetto al letto del Bacchiglione, per quanto colmo d’acqua per i temporali del fine settimana scorso. A dare l’allarme una ragazza che faceva footing nei paraggi, atterrita alla vista di una figura stesa nell’erba alta. Se si sia trattato di morte naturale, di evento accidentale o – meno probabile vista l’altezza non proibitiva della recinzione – di gesto estremo si potrà desumere solo dai risultati dell’autopsia e dagli altri elementi raccolti dalle forze di polizia.
Impossibile allo stato attuale escludere il coinvolgimento di terzi, eventualità che aprirebbe un’inchiesta ancor più approfondita. Se le domande legittime di affetti familiari e inquirenti su cosa abbia provocato la morte dell’uomo dovrebbero trovare risposta, cosa ci facesse lì, a lato dell’Università, quell’uomo poi rimasto a terra senza vita, rimarrà probabilmente un mistero.