Due nuovi centri commerciali ai Pomari, Rebecca: “Non è questa la soluzione ai problemi”
Quartiere Pomari ancora al centro delle polemiche dopo l’assegnazione di un nuovo piano che prevede la costruzione di due edifici commerciali per un totale di oltre 12 mila metri quadrati. Quello che un tempo era un parco a ridosso della città con alberi da frutto, sopratutto meli (da qui il nome Pomari), oggi si avvia a diventare una zona fiorente del commercio vicentino. A nulla è servita la mobilitazione del “Comitato Pomari” che lo scorso 18 dicembre, dopo una serie di incontri con l’amministrazione comunale di Vicenza, ha voluto far valere le proprie ragioni richiamando l’attenzione dei cittadini.
Il “Piano Pomari” è l’ennesimo grande progetto edilizio che coinvolge la zona ovest della città, a realizzarlo sarà la società Agrifutura s.r.l. con sede in città in via dell’Economia. I due complessi commerciali nasceranno tra via Soldà, via Fermi e via Monsignore Onisto. Perplessità anche da parte di Confcommercio Vicenza, il Presidente Sergio Rebecca non crede che basti costruire per risolvere i problemi, sopratutto in un area già fortemente provata.
“I nuovi insediamenti commerciali di grandi dimensioni, di cui ancora non sappiamo la destinazione finale – afferma Rebecca – vanno comunque ad inserirsi in un’area, quella di Vicenza Ovest, già sovraccarica di strutture commerciali, oltretutto satura di supermercati e di traffico. Ulteriori strutture commerciali a grande impatto di superfice possono solo aggravare il problema, soprattutto se aggiunte all’esistente senza considerare gli impatti sull’intero contesto, in termini di reali benefici alla collettività, di viabilità, di consumo del suolo”.
“Quello che ancora una volta constatiamo e contestiamo – rimarca Rebecca – è di credere che sviluppo e riqualificazione di una determinata area in città non possa prescindere dall’insediamento di qualche ulteriore struttura commerciale. Ancora una volta questo ne è l’esempio. Noi sosteniamo da sempre che si deve seguire un progetto complessivo di sviluppo urbano, senza considerare – come invece avviene – del tutto a sé stanti i nuovi insediamenti, sull’onda delle compensazioni elargite in cambio dai privati ed accettate dalla struttura tecnica del Comune nelle more di un passaggio in Consiglio Comunale. Quando manca una pianificazione urbanistica precisa e connessa agli altri aspetti che determinano la qualità di una città, mancano le basi per uno sviluppo armonioso del territorio e, di conseguenza, dei servizi al cittadino. Gli insediamenti commerciali non sono la soluzione dei problemi, possono semmai crearne di ulteriori in aree già sature”.
“Ancora una volta – conclude il Presidente di Confcommercio Vicenza – siamo a chiederci quale sia il senso delle discussioni, accese ormai a tutti i livelli, su come operare una efficace e “vera” limitazione del consumo di suolo, quando poi continuano a ricadere a terra progetti che – con la “scusa” di essere pensati molti anni fa (e fermo l’auspicio che ne sia stata ben verificata almeno la perdurante efficacia tecnica) – il suolo lo occupano sempre e comunque. Oltretutto mettendo il commercio al dettaglio come perno per far “girare” economicamente i piani e gli interessi. Occorrerebbe avere il coraggio di cambiare rotta e oggi questo coraggio, purtroppo, ancora non lo vediamo, ma ci fa ricordare la frase dell’Abbondio di manzoniana memoria”.