L’epidemia spezza il sogno del primo viaggio studio a Londra. Ma svela un cuore grande
A 14 anni, tra i desideri più leciti di una ragazzina ci possono stare il primo viaggio studio all’estero e la voglia di prendersi un nuovo smartphone. Con il salvadanaio che si riempie, pian piano, per dare responsabilmente un contributo alla famiglia, tra l’altro numerosa, quando viene approvato il “sogno” di uno stage in Inghilterra in estate, dopo gli esami di terza media imminenti. Che la diffusione su scala mondiale del virus Covid-19 frantuma, senza appello, vanificando gli sforzi da “formichina” di Greta – il nome è di fantasia – insieme a quelli dei genitori, che vivono con lei a Dueville.
Pazienza, cause di forza maggiore si dice spesso in questi casi. La somma versata in terra d’Oltremanica verrà rimborsata, almeno, e non resta che passare al celebre “piano B”: un nuovo telefonino, magari più moderno, come quello delle sue amiche delle scuole medie. Ma d’improvviso, nei pensieri di un cuore puro e forse raro di questi tempi, nasce una terza opzione: donare parte dei propri risparmi per contribuire a debellare la pandemia, una malattia che spaventa chiunque, 13 e 14enni compresi, e che ha strappato tanti nonni agli abbracci dei loro amati nipoti. Oppure, più nel concreto, quantomeno dare una mano concreta a chi si difende da questa paura, in prima linea.
Tempo di un paio di giorni e il gioco è fatto, anche se non si parla di bruscolini, ma di euro e non certo pochi. Tramite conoscenze personali arriva alla redazione di Eco Vicentino la richiesta della diretta protagonista di questa storia, che chiede di indicare ai genitori un’associazione affidabile a cui destinare il proprio “salvadanaio” virtuale, una volta ristorato il bonifico dello viaggio saltato. Con una limpidezza d’animo e d’intenti che tocca dentro. “Ha i suoi difetti ma nostra figlia è meravigliosa sotto questo aspetto, fin da piccola è stata sempre generosa – racconta la madre – e nei confronti di tutti. Se lei ha 10 vorrebbe darti 10 e non solo a noi familiari, ma a chi ne ha più bisogno di lei: ogni tanto ti arriva a casa con un regalo comprato con i suoi soldini: una volta è andata in cartolibreria a prendere una penna ed è tornata a casa con un libro per me, fa parte della sua sensibilità”.
La reazione dei genitori allo slancio di bontà della figlia? “Ai primi di aprile un giorno mi disse: avvisami quando arrivano indietro i soldi che voglio donarli – racconta la mamma – e dopo qualche tentennamento iniziale l’abbiamo sostenuta, perchè conosciamo il suo cuore generoso. Desiderava tanto frequentare questo stage linguistico a Londra, il primo viaggio da sola, ed è rimasta molto delusa ovviamente ma ha capito che l’appuntamento è solo rimandato, e per questo questa sommetta le sarà ancora utile. Voleva donare tutta la sua quota, raccolta tra mance e il contributo di una zia: circa 300 euro. Alla fine dopo averla fatta ragionare sul fatto che in futuro potrà vivere l’esperienza, ha deciso di donare 150 euro, l’abbiamo consigliata ma è stata una scelta tutta sua. Noi genitori siamo orgogliosi perchè pochi adolescenti di questa età sono così altruisti e rinunciano a qualcosa di loro”.
Anche Greta, che sorriderà nel leggere questo nomignolo fittizio e sulla quale manteniamo l’anonimato in accordo con la famiglia e con lei in prima persona, ci ha concesso una battuta, dopo averla convinta che raccontare questo suo atto contribuirà a smuovere, magari, qualche coscienza. Adulta soprattutto. A lei sembra di non aver fatto nulla di speciale: beata purezza d’animo dell’età. Ora i suoi soldi potrebbero trasformarsi in mascherine di protezione o gel igienizzante, o altro materiale ancora a disposizione di strutture sanitarie come case di riposo, in cui scarseggiavano.
Cosa ti ha spinto? “Provavo fastidio – ci racconta con le sue parole più spontanee – nel non poter dare una mano in nessun modo, se non in quello di rimanere a casa come ci è stato chiesto. Non avevo altre possibilità di questa per dare un mio contributo concreto, poi arrivati i soldi ho detto ai miei genitori come volevo spenderli. Mi sentivo in colpa all’idea di comprarmi un telefono. Mi hanno appoggiato, hanno capito, e infine mi hanno aiutato. Come mi sento? Boh, forse più sollevata. Ma non penso di aver fatto niente di che”.
La donazione è stata portata a termine, destinando 150 euro alla proposta solidale sorta a una manciata di chilometri di distanza, precisamente a Villaverla, da un gruppetto di amici denominata “Ulss 7 vs Covid-19“. La giovanissima studente di Dueville non si pente affatto di aver rinunciato al prezioso gruzzolo di un certo peso specifico per la sua età. “E’ proprio contenta – ci conferma la madre dopo il bonifico effettuato per suo conto – ci teneva tanto e continuava a guardare la lista delle donazioni finchè non ha visto apparire la sua. La sua soddisfazione personale è anche nostra”. Una felicità che ha preso il volo, insomma, al posto dell’aereo – sarebbe stato il primo in assoluto per lei – verso Londra, ma facendole comunque toccare il cielo con un dito.